Da sabato 1 marzo scatterà un nuovo aumento sul carburante. L'aumento dell'accisa sulla benzina determinerà un passaggio dagli attuali 728,40 euro per mille litri a 730,80. In pratica, assisteremo - o meglio, subiremo - un aumento di 0,24 centesimi al litro. La stessa sorte tocca al gasolio: con l'aumento di 0,34 euro l'accisa salirà dagli attuali 617,40 euro per mille litri a 619,80 euro.

Ma se si considera anche l'aumento dell'Iva, i prezzi attuali saliranno di 0,34 centesimi. Tutta colpa del "Fare", il decreto previsto dal governo Letta, che porterà a un caro carburante per i prossimi nove mesi, fino al 31 dicembre 2014, capace di far entrare nelle casse dello Stato circa 75 milioni di euro.

In tutto, questo aumento ci costerà (percorrendo in media 15mila km all'anno con la nostra auto) fra i 13 (se andiamo a diesel) e i 17 euro (se andiamo a benzina) in più rispetto a quanto paghiamo abitualmente per il rifornimento, per un totale tra il 2010 e il 2014 - calcolato dalla Cgia di Mestre -  tra i 257 euro (per la benzina) e i 388 euro (per il diesel) in più.

Non solo. Secondo una stima effettuata sempre dagli artigiani di Mestre dal 2010 le accise sono aumentate ben dieci volte. E l'Iva due. E così "oltre alle famiglie, saranno colpite anche alcune categorie professionali come i taxisti, gli autonoleggiatori, gli agenti di commercio e i trasportatori". 

In Friuli Venezia Giulia come accoglieranno la cosa gli automobilisti? Alcuni giorni fa uno studio, commissionato da Confcommercio, smentiva la convenienza del pieno oltreconfine. In quanti si faranno convincere dall'associazione di categoria e in quanti si metteranno di nuovo in coda per fare il pieno nei distributori sloveni?