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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Attesi a Udine i vigilantes di Fontanini

Il Fogolâr Civic esprime apprezzamento per l'iniziativa dell'Amministrazione comunale di assumere squadre di volontari a garanzia ulteriore di sicurezza sul territorio municipale. Il presidente prof. Travain: “Siano deterrente contro le nuove barbarie! Comunque non rinunceremo ai principi di mobilitazione spontanea e di sicurezza partecipata!”.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“Il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico 'Fogolâr Civic' apprezza l'iniziativa dell'Amministrazione comunale udinese retta dal sindaco prof. Fontanini di velocizzare le procedure per l'arruolamento di un nuovo corpo di vigilantes a supporto della Polizia Locale nell'azione di sorveglianza dell'ordine pubblico sul territorio”. Ciò si afferma in una nota del 25 luglio 2018, auspicando che la nuova Forza Pubblica possa davvero contribuire a segnalare i casi d'inciviltà ovvero di precaria convivenza civile registrabili nella vita sociale degli udinesi. “Tempo addietro si era formulata esplicita istanza affinché, premesse tutele di privacy, le richieste d'intervento indirizzate alle Forze dell'Ordine e le attestazioni dei conseguenti interventi in loco fossero rese pubbliche in ordine al numero e alle località interessate. La gente ha bisogno di riscontri” ha ricordato il presidente del sodalizio, prof. Alberto Travain, commentando la notizia, diffusa dalla stampa, dell'apertura di un bando comunale per l'assunzione di vigilantes.

Il Fogolâr Civic aveva recentemente rinnovato l'auspicio di veder costituito un corpo di vigilanza integrativa comunale come deterrente contro forme di degrado della qualità della vita cittadina, richiamando anche un'istanza storica del famoso Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”. “Forme di degrado non per forza riconducibili alle realtà immigrative imperanti nel Quartiere del Magnolie ma rappresentante anche segnatamente da una 'movida' nel Centro Storico che, a suon di deroghe, privilegi e cautele, pare libera di abusare della pazienza dei residenti” sottolinea Travain, richiamando senz'altro l'attenzione sull'assoluta necessità di “evitare che la proverbiale gaiezza udinese – già famosa nel Medioevo – si trasformi in abuso, prevaricazione, barbarie. Tutto ciò, comunque, non esclude il principio di civica mobilitazione spontanea, quindi di 'sicurezza partecipata', che in questi decenni abbiamo cercato di far balenare nella mente di autorità e popolo come anticorpo di virtuosa solidarietà a fronte delle più varie minacce al bene collettivo”.

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