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Adescava minori provenienti dal Kosovo: arrestato latitante che si nascondeva da 7 anni

Nel mese di agosto, la Questura udinese ha dato corso ad alcune misure coercitive della libertà personale, nei confronti di alcune persone domiciliate in provincia

Nel mese di agosto la Questura di Udine ha dato corso a 12 misure coercitive della libertà personale, tra carcerazioni e detenzioni domiciliari, ai danni di persone residenti in provincia. 

Immigrazione clandestina di minori

La misura più rilevante è stata emessa ai danni di un cittadino kosovaro rintracciato in Svizzera, ricercato dal 2019 perché destinatario di un provvedimento di carcerazione.  Il 12 agosto scorso, la Polizia svizzera, a Ginevra, ha dato esecuzione al Mandato di arresto europeo, disposto a seguito dell’ordine di carcerazione emesso il 12 settembre 2019 dalla Procura Generale presso la Corte D’Appello di Trieste, nei confronti di un 47enne kosovaro. L'uomo deve scontare una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione, conseguente a un cumulo pene, disposto a seguito delle sentenze dei Tribunali di Udine e della Corte D’Appello di Trieste per una serie di eventi delittuosi occorsi fra il 2010 e il 2012. Nella fattispecie vengono contestati all’uomo due episodi di furto aggravato presso strutture commerciali di Udine e una rapina impropria, avvenuta in un negozio di questa provincia. Inoltre, il 47enne è stato ritento colpevole di essere partecipe di una consorteria delinquenziale transnazionale, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di minori provenienti dal Kosovo, che attraverso la Serbia, Slovenia e l’Austria, venivano fatti giungere illegalmente in Italia, nel periodo compreso fra il 2009 e il 2010. Le indagini compiute dalla locale Squadra Mobile, permettevano di delineare accuratamente la struttura criminale del gruppo, in ogni sua parte e appartenente, capitalizzando le varie fasi dell'attività illecita anche attraverso le dichiarazioni rese dai giovani, giunti in Italia. Nella fattispecie, il cittadino kosovaro, che alla data dei fatti era domiciliato in un appartamento di Udine, aveva il compito di avvicinare i giovani appena giunti illegalmente a Udine, punto di arrivo in Italia dei migranti, accompagnarli presso la sua abitazione, facendosi aiutare da un connazionale anch'esso domiciliato a Udine, e dopo averli ospitati per uno/due giorni, in modo discreto li accompagnava fino alla Questura di Udine, dove questi, da soli, si presentavano come minori non accompagnati. A seguito del provvedimento di condanna, le indagini inizialmente hanno permesso di accertare che l'uomo si era reso irreperibile in Italia fin dalla fine del 2016, trasferendosi prima in Germania e di seguito in Francia, dove abitava con la famiglia, verosimilmente nella città di Bordeaux. L’uomo, il 12 agosto scorso, è stato rintracciato a Ginevra, e tratto in arresto in esecuzione al Mandato di arresto europeo che la Procura Generale di Trieste aveva predisposto sulla base degli elementi investigativi partecipati da questa articolazione. Sono in corso le procedure estradizionali. 

Le altre misure

Altre 11, tra carcerazioni e detenzioni domiciliari, misure coercitive eseguite ad agosto dalla Polizia di Stato di Udine. Un 42enne italiano è stato rintracciato e tratto in arresto in esecuzione di un provvedimento che prevede la sua reclusione per 1 anni e 4 mesi, in quanto condannato per reati inerenti gli stupefacenti. Un uomo di 60 anni è stato arrestato perché deve scontare una condanna di 2 anni e 7 mesi per una serie di truffe perpetrate in questa provincia in danno di alcuni commercianti. Un altro connazionale 45enne è stato arrestato per scontare una pena di 2 anni e 3 mesi, a seguito di un cumulo di condanne per furto aggravato e reati stradali, commessi in questa provincia fra il 2014 e il 2019. Inoltre sono stati eseguiti 8 provvedimenti di collocamento in regime di detenzione domiciliare nei confronti di persone fra i 28 e i 63 anni, condannate a vario titolo per reati di furto aggravato, lesioni personali, falsi in genere e immigrazione clandestina, con pene comprese fra gli 8 mesi e i 2 anni. In quest’ultimo caso, un 27enne udinese è stato condannato alla pena di 2 anni perché riconosciuto colpevole di essere componente di un sodalizio composto da italiani e stranieri che favoriva l’illegale arrivo in Italia di persone migranti di etnia asiatica, provenienti dai paesi dell’Est Europa.       

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