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Cronaca Pozzuolo del Friuli

Sostegno dal Friuli al sindaco di Riace: «Solidarietà “scomoda” come visto con Ospiti in arrivo»

La rete Dasi, Diritti-Accoglienza-Solidarietà Internazionale, del Fvg a breve organizzerà dei momenti di solidarietà invitando la cittadinanza a parteciparvi

Qui di seguito la lettera attraverso la quale Pierluigi Di Piazza, Michele Negro e Gianfranco Schiavone, a nome di Rete DASI (Diritti-Accoglienza-Solidarietà Internazionale) del Fvg, hanno voluto commentare l'indagine che da ieri mattina ha coinvolto il primo cittadino di Riace, Domenico Lucano, agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento ai migranti e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. 

Crediamo di interpretare sgomento e amarezza di tante persone, associazioni, comitati, organismi culturali, sindacali e rappresentanti delle comunità che anche in questa piccola regione del nord est, il Friuli Venezia Giulia, ha suscitato la notizia degli arresti domiciliari del Sindaco di Riace ed al divieto di dimora comune per la sua compagna.

Certo bisogna stare dalla parte della legalità, ma anche questa vicenda evidenzia ancora una volta la grave contraddizione tra la legge che discrimina l’umanità e la coscienza che sollecita ad intervenire per garantire il rispetto delle persone e dei loro diritti, come ha fatto Mimmo Lucano. Ci chiediamo: è forse un reato l’umana solidarietà? Riace è stato ed è un esempio conosciutissimo, importante di quel modello virtuale di accoglienza diffusa, lo Sprar, dove i soldi spesi prima dai Comuni vengono rimborsati dallo Stato con una rendicontazione al centesimo, al contrario di quello che a volte accade in altre situazioni e accadrà sicuramente nell’ipotesi di ammassamento di migliaia di uomini e donne in grandissimi centri dove speculazioni e mafie varie hanno gioco facile, come noti processi hanno evidenziato.

Sappiamo come sia “scomoda” e “pericolosa", e non solo oggi, la solidarietà senza fini di lucro, così distante da chi fa affari illegali, evade il fisco per milioni di euro o vive in combutta con organizzazioni criminali. Lo abbiamo constatato anche qua poco tempo fa quando alcuni volontari erano stati indagati dalla Procura di Udine per permanenza di stranieri al fine di trarne ingiusto profitto, notizia agitata con grande clamore e usata con intento discriminatorio verso chi pratica l’accoglienza; poi sgonfiata e dimenticata dopo l’archiviazione senza alcun rinvio a giudizio degli stessi.

Si rischia di lanciare un castello di pesanti accuse, di costruire un teorema persecutorio verso chi apertamente e senza trarne vantaggi personali crede nell’accoglienza e piena integrazione delle/dei nuovi cittadini volendo giustificare provvedimenti di restrizione delle libertà personali molto gravi. Si rischia di alimentare, proprio in coincidenza con il varo del possibile decreto sicurezza, una pericolosa teoria secondo cui chiunque favorisca buona accoglienza sia automaticamente a favore della criminalità, come era già successo con le ONG indagate per collisione con gli scafisti, accuse poi cadute nel nulla.

Noi a nome di migliaia di cittadine e cittadini di questa regione esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Mimmo Lucano e alla sua compagna, e ci uniamo ai messaggi ed iniziative, che, in queste ore, in tutta Italia si stanno attivando in tal senso.

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