Raffica di furti nella Bassa e nel Medio Friuli, arrestata coppia di ladri
I due si sono resi protagonisti di numerosi episodi che hanno colpito i comuni di Varmo, Latisana, Ronchis, Lestizza e Bertiolo. Indagini sono ancora in corso per smascherare altri complici
Ieri pomeriggio sono scattate le manette nei confronti di due italiani di etnia nomade, C.R., 45enne della provincia di Torino residente a Barone Canavese, e C.B., 23enne residente a Genova. Alla base del provvedimento diciotto furti accertati, commessi in diverse abitazioni dei comuni di Latisana, Ronchis, Varmo, Lestizza e Bertiolo, nella zona della Bassa friulana e del Medio Friuli.
I due soggetti sono stati arrestat a Cavallino Treporti, località che si affaccia sulla laguna di Venezia, mentre stavano bevendo tranquillamente qualcosa in un bar del paese.
Tutti i furti seguivano le stesse dinamiche e prevedevano la stessa attrezzatura: automobile potente intestata a qualche altro nomade, targhe contraffatte in modo da rendere impervia l'identificazione, piedi di porco per scardinare le inferriate, sega circolare Flex per le casseforti più resistenti, walkie talkie al posto dei cellulari per comunicare senza essere intercettati, spray urticanti contro i cani da guardia.
La refurtiva consisteva in materiale che potesse essere facilmente trasportato: gioielli, contanti, computer, cellulari, televisori. La totalità di quanto rubato in Friuli è stata già fatta sparire, ma nelle roulotte dove dormivano i due è stato trovato un grosso quantitativo di refurtiva, probabilmente riferibile a colpi effettuati nelle provincie di Padova, Treviso e Venezia, le più vicine al posto dove si rifugiavano. Su questo aspetto e su altri componenti della banda sono ancora in corso indagini.
L'indagine, iniziata a febbraio e coordinata dalla dottoressa Claudia Danelon della Procura di Udine, è stata particolarmente elaborata: gli inquirenti si sono infatti serviti di dati incrociati, prendendo in considerazione le testimonianze delle persone colpite dai furti e i filmati delle videocamere di sorveglianza delle località dove si sono svolti i fatti criminosi. Una grossa mano l'hanno data anche gli investigatori veneti, con una serrata attività di monitoraggio di tutto il litorale.
