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Cronaca

Appello friulano all'Austria sul caso Regeni

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl scrivono al giovane cancelliere Kurz. Travain: “Vienna certo saprà meglio difendere l'onore friulano ed italico!”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Ogni promessa è un debito, come si dice: in particolare per i Friulani vecchio stile. L'avevano annuciato “il 17 ottobre 2017 ossia nel cosiddetto 'Giorno dell'Euroregione', 220° anniversario dell'annessione di tutto il Friuli, dell'Istria e del Veneto all'Austria o meglio al Sacro Romano Impero asburgico nel 1797”. In ordine a Caso Regeni, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” avevano giurato di appellarsi all'Austria: “Scriveremo a Kurz quando s'insedierà alla guida dell'Austria. In fin dei conti Fiumicello è Italia da neanche un secolo ed è stato Austria per mezzo millennio. Forse il premier austriaco sarà più sensibile alla difesa della dignità di un valente figlio del popolo friulano di quanto non abbia dimostrato invece lo Stato italiano, molto più attento a salvare commerci ed affari con i tiranni d'Egitto che a considerare supremo interesse nazionale la difesa dell'onore di un figlio e del Paese intero. Un'Italia capace di far indignare i migliori Italiani. Accadde lo stesso, per altri versi anche a Caporetto quando alcune parti del fronte cedettero per legittima rivolta contro una guerra infame condotta da generali ancor peggiori”.

Terminante con un tipico “mandi”, sotto la data del 28 dicembre 2017, parte ora alla volta della Cancelleria austriaca una missiva bilingue, in tedesco e friulano, del seguente tenore: “Sehr geehrter Herr Bundeskanzler! Die Alpen-Adriatische Kulturbürgerbewegung 'Fogolâr Civic' und der Friaulischer Universitätverein 'Academie dal Friûl' begrüßen herzlich die neue österreichischen Regierung und ihr junger Chef als eine Gestaltungskraft für die Zukunft Europas und seiner Völker. Diese jahrzehntelangen friaulischen 'euroregionalistischen' Kulturverbände in der mitteleuropäischen Tradition Aquileias wünschen an den Bundeskanzler und seine Ministerkollegen ein erfolgreiches neues Jahr. Wir alle möchten auch die österreichische Staatsangehörigkeit in Erinnerung an eine multiethnische glorreiche Verbindungsgeschichte! Abschließend wollen 'Fogolâr Civic' und 'Academie dal Friûl' eine Hoffnung und auf jeden Fall einen Wunsch äußern. Am kommenden 25. Januar jährt sich zum zweiten Mal der Tragödie des ehrlichen und kompromisslosen friaulischen Sozialwissenschaftlers Giulio Regeni, in Ägypten ermordet. Er war ein junger kosmopolitischer Weltverbesserer, Zeuge und Märtyrer der besten Seiten der europäischen und westlichen Kultur, hochherziger und zäher Sohn der mitteleuropäischen Mutter und Königin Aquileia. Auf diesen beklagenswerten Fall, fordern wir ein edles moralisches Eingreifen der heutigen Bundesregierung unserem ehemaligen österreichischen Heimat. / Preseât Cancelîr Federâl! Il Moviment Civic Culturâl Alpin-Adriatic 'Fogolâr Civic' e il Circul Universitari Furlan 'Academie dal Friûl' a saludin creançôs il Guvier gnûf de Austrie e il so zovin menadôr viodint in lôr une valide farie pal avignî de Europe e dai siei popui. Chestis fradaiis furlanis 'euroregjonalistichis' che a son tancj agns che a batin il troi de tradizion mittel-europeane di Aquilee ur augurin sigûr al Cancelîr Federâl e siei coleghis Ministris un bon an gnûf che a sei di profit. O volaressin vê ducj citadinance ancje austriache in ricuart di une storie gloriose di union di gjernaziis! 'Fogolâr Civic' e 'Academie dal Friûl' a trataressin di pandi in ultin une sperance o ben un avôt. Cumò ai 25 di Zenâr a son doi agns de tragjedie dal onest e net sociologjist furlan Giulio Regeni, copât jù in Egjit. Al jere un zovin benefatôr cun viodudis mondiâls, testemoni e martar de miôr culture europeane e ocidentâl, fi splendit e salt di Aquilee, Mari e Regjine de Mittel-Europe. Su chest câs cussì gram, si domande in sumis un alt intervent morâl dal atuâl Guvier Federâl de patrie austriache nestre di une volte“. Nella lettera, a firma del presidente sociale, prof. Alberto Travain,e dei delegati “fogolaristi“ alla Cultura e al Territorio, lo studioso romano Alfredo Barbagallo e lo scrittore e blogger sandanielese Maurizio Di Fant, oltre, insomma, ad un "alto intervento morale“ dell'attuale Governo austriaco sul Caso Regeni (“Vienna certo saprà meglio difendere l'onore friulano ed italico di chi, invece, crede, fa finta di credere o vuole far credere alle 'fiabe' d'Egitto” si augura di cuore il prof. Travain), un passo accenna anche alla questione della cittadinanza d'Oltralpe che l'Austria estenderebbe ai Tirolesi d'Italia. “Una doppia cittadinanza non è né affatto un crimine o una novità“ avevano dichiarato i due sodalizi già l'11 dicembre scorso: "In questo caso, una cittadinanza riferita allo Stato attualmente imperante sul proprio territorio e una legata al Paese di cui per secoli quello stesso territorio fu parte - e a favore del quale la popolazione locale ebbe a battersi con grande valore - , non divide affatto, anzi riaccosta i popoli e armonizza le coscienze, unisce ulteriormente le genti della nostra Mitteleuropa, cent'anni or sono ultimo baluardo di comunità plurinazionale al centro di un Continente poi dilaniato dai nazionalismi“.

E si soggiungeva: "Se al giovane cancelliere Kurz, cui formuliamo i migliori auguri, venisse l'idea di creare una corsia preferenziale per l'accesso alla cittadinanza austriaca destinata a tutte le popolazioni un tempo soggette all'Austria imperiale e territori connessi, non sarebbe affatto da considerarsi un atto ostile nei confronti dei Paesi vicini, bensì, nel nome della memoria, l'abbraccio di un'antica patria veramente europea alla difesa delle cui bandiere gli antenati di tanti Italiani, Polacchi, Croati, Cechi, Ungheresi, Rumeni, Slovacchi, Ucraini, Bosniaci, Sloveni di oggi veramente diedero 'beni e vite', come un tempo ricordava l'inno, nella versione nella lingua di Dante”. All'indomani delle elezioni austriache, il 15 ottobre 2017, la Presidenza del Fogolâr Civic aveva espresso “l'augurio è che l'Austria possa riassumere nella Mitteleuropa un ruolo di leadership positiva ed alternativa alla più becera plutocrazia globalista di Berlino e Bruxelles, ciò a garanzia dei diritti dei popoli e delle nazioni del Continente confederato: se il giovane Kurz, oggi vincitore delle elezioni politiche austriache, porterà a questo, sia il benvenuto!”. E in occasione dell'insediamento del nuovo premier viennese entrambi i sodalizi avevano salutato “con favore l'insediamento del nuovo Governo austriaco che, invece di spingere verso la separazione dell'Austria da un'Unione Europea sempre più criticabile, si propone, al contrario, a dar retta alle dichiarazioni, di contribuire a riformare l'Unione stessa. Austria 'neoeuropeista', quindi? Questa sembra essere l'Austria che vorremmo noi euroregionalisti mitteleuropei: un'Austria di nuovo ago della bilancia in un'Europa Centrale di cui la nostra Aquileia fu culturalmente prima madre e regina“.

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