Infiltrazioni e disagio in casa: inquilino rovescia un secchio di liquame su un dipendente Ater
La storia di un inquilino Ater ci aiuta a fotografare la realtà del disagio abitativo di Udine dove ci sono oltre 5mila persone in appartamenti di edilizia agevolata
Spesso si tende a semplificare il disagio abitativo in una cifra: a Udine, ad esempio, sono 5427 le persone che vivono in alloggi locati di proprietà o in gestione Ater in città. Quel che non si può tradurre né banalizzare è, però, la storia che sta dietro a ogni singola unità che compone questo numero, ovvero la storia di tutte queste persone. Nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza di una di queste, che ci è stata raccontata dalla persona direttamente interessata.
La storia
Gilberto Candusso ha 64 anni, vive con il reddito di cittadinanza e dal 2013 risiede in un appartamento Ater nel quartiere di Sant’Osvaldo. Già dal 2008, però, è inquilino Ater: quella volta in Largo delle Grazie. “Dal 2014 ho collezionato già 21 verbali dei Vigili del fuoco”, inizia a raccontarci Candusso. Il problema sono le infiltrazioni dall’appartamento al piano di sopra, rimasto vuoto per anni e ora acquistato e dato in affitto a terzi. “Quando piove forte mi ritrovo 10 centimetri di acqua dietro il letto, ma anche la cucina e la veranda allagate. Le uniche zone in cui non viene giù acqua sono il corridoio e l’altra camera, ma la casa è piena di muffa: ho già speso 438 euro di varechina”. Candusso ci spiega che i Vigili del fuoco sono intervenuti ogni volta senza però poter chiudere l’acqua. “Dal bagno di sopra scendono i liquidi di scarico, vi lascio immaginare cosa mi scende in casa. Quelli dell’Ater hanno detto che la colonna del bagno è intasata ma per me non è così”, continua Candusso. “Per mettere a posto tutto bisognerebbe svuotare l’alloggio ma secondo me l’Ater non vuole provvedere. All’inizio mi avevano dato lo sfratto, perché io mi rifiutavo di pagare. Poi ho provveduto, prima pagando 7mila euro poi 4mila”, si sfoga Candusso. “Io, a differenza di altri nelle mie condizioni, non ho paura a denunciare i fatti e pretendo il cambio alloggio”.
La replica
Per capire meglio la situazione cerchiamo il direttore di Ater Udine e Pordenone, ingegnere Lorenzo Puzzi. “Il signor Candusso, inquilino Ater dal 2008, aveva accumulato morosità già nel primo alloggio Ater in cui ha abitato in Largo delle Grazie”, ci spiega Puzzi. “Per venire incontro alle sue esigenze, anche a seguito dell’intervento di supporto economico dei Servizi sociali, il signor Candusso è stato, quindi, trasferito in un altro alloggio con minori spese di riscaldamento rispetto al precedente, in ragione dell’impianto autonomo. Nel 2015 e nel 2020 è stato oggetto di ulteriori procedimenti legali per morosità, sempre chiusi a seguito dell’intervento del Comune di Udine”. Per quanto riguarda il problema delle infiltrazioni, il direttore ci spiega quanto successo. “Appena iniziate le infiltrazioni dall’appartamento del piano di sopra, appartamento non di proprietà dell’Ater ma di terzi, Candusso ci ha fatto scrivere da un legale, chiedendo il cambio di alloggio. I nostri tecnici si sono recati più volte per verificare la situazione, ma lui, contrariamente a quanto previsto dalle norme sia del Regolamento che del Codice civile, non ci hai mai consentito di accedere all’alloggio. È stata accertata la condizione di precarietà delle condizioni igieniche in cui si trova l’appartamento".
"A seguito di ciò, in un incontro con i Servizi sociali del Comune, abbiamo chiesto di provvedere a una soluzione di albergaggio per una settimana per consentirci di fare i lavori necessari sia alla riparazione della perdita che all’eliminazione delle precarie condizioni di igienicità, ma lui non ha acconsentito”. Puzzi spiega che “l’ultimo verbale dei Vigili del fuoco, che risale a qualche giorno fa, non parla di inagibilità, bensì di non igienicità derivante dalla conduzione, ovvero per responsabilità dell’inquilino”. Infine conclude: “In occasione della nostra ultima richiesta di accesso, in presenza anche di altre persone, mi risulta che Candusso abbia rovesciato sia sul nostro dipendente che su altre persone un secchio pieno di liquami, rendendo necessario l’intervento della Polizia, che ha verbalizzato l’accaduto e confermato le condizioni indecorose in cui è tenuto l’appartamento. Pertanto dovremo valutare le più opportune azioni a tutela dell’immagine, dei dipendenti e del patrimonio aziendale”, conclude Puzzi.