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Cronaca Centro / Vicolo Sillio

Falcone e il diverbio col pianista: "L'arroganza non ha mai fine, perso il senso della realtà"

L'assessore interviene sulla vicenda che lo ha visto protagonista domenica sera in vicolo Sillio. "Evidentemente il fatto di suonare il piano lo fa sentire in grado di guardare dall'alto verso il basso gli altri"

"A questo punto, considerato che l'arroganza non ha mai fine, é doveroso spiegare come realmente sono andati i fatti". L'assessore Antonio Falcone torna sulla vicenda del diverbio con il pianista Mauro Diana, verificatosi domenica sera in vicolo Sillio, a pochi metri da piazza San Cristoforo. All'esponente della giunta Fontanini non basta la replica che avevamo già pubblicato, ma vuole andare più a fondo sulla vicenda. 

Il racconto

"Domenica sera – spiega Falcone –, in compagnia di altre persone, con la mia vettura mi trovavo a percorrere largo dei Pecile, incolonnato dietro a un camion. Appena svoltato in vicolo Sillio il camion si blocca senza alcun segnale, nemmeno le quattro frecce. Passato più o meno un minuto, vedendo che il mezzo non si rimetteva  in marcia mi sono permesso di suonare il clacson. In quell'istante è sceso dall'abitacolo un giovane, con la mascherina sulla fronte, che si è avvicinato alla vettura. Con un tono tutt'altro che gradevole mi ha detto che avrei dovuto  cambiare direzione, perché dal quel momento la strada non sarebbe stata più praticabile, visto che lui, abitando li, avrebbe dovuto traslocare degli elementi ingombranti".

La reazione

Falcone ha così reagito verbalmente. "Immediatamente – racconta – l'ho pregato di allontanarsi dal finestrino, invitandolo a  mettersi la mascherina, dopo di che, esterrefatto da quanto sentito, ho detto al giovane che non poteva bloccare la circolazione a suo piacimento. Il ragazzo però insisteva, sostenendo che lui poteva fare ciò che voleva, che di domenica non disturbava nessuno e che se avessi voluto passare avrei dovuto attendere, perché si sarebbe spostato quando avrebbe deciso lui, in base ai suoi comodi".

"Perso il limite della realtà"

Falcone, in base alla sua ricostruzione, non si è arreso. "Ho ribadito nuovamente che non esisteva una cosa del genere, che per interrompere così la circolazione il ragazzo avrebbe dovuto avere un permesso rilasciato  dalla Polizia locale. Di tutta risposta il giovane, con toni alti, mi ha chiesto chi io fossi per dire una cosa del genere. Senza dire una parola gli ho esibito il mio biglietto da visita da assessore, aggiungendo che pensavo di essere informato sul fatto che quanto stesse facendo non era a norma. Lui ha replicato aggredendomi a parole e urlandomi in faccia di essere amico di persone molto importanti e influenti". "Al di là dell'arroganza manifestata, chiude Falcone, ciò che mi ha colpito è stata l'assoluta maleducazione. Evidentemente il suonare il fatto di suonare il piano lo fa sentire in grado di guardare dall'alto verso il basso gli altri, gli ha fatto perdere il senso del limite e della realtà".
 

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