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Cronaca

Angelica Lubian: "Amo la libertà e la esprimo nella musica"

La cantautrice si rivela a Udinetoday, in attesa del concerto di sabato prossimo previsto in città insieme al contrabbassista Simone Masina. "Canto in italiano e a volte in inglese, ma vivo tutte le lingue".

Lo stile è vario, perché – parole sue – “sono una che ama la libertà”. Il repertorio anche. Canta in italiano ma quando vuole si esprime in inglese attraverso brani intensi e vivaci. Recente vincitrice del prestigioso TEDx Music&Art Project, Angelica Lubian è una cantautrice eclettica e sabato 18 aprile si esibirà a Udine negli spazi de ‘La Girada’ per una serata che si preannuncia essere “molto intima grazie anche alla particolarità del locale”.

Quella di Lubian è una voce che richiama lo stile di Tori Amos o di Kate Bush: “Le ho scoperte nel corso del tempo e devo dire che forse la Amos è un po’ una musa ispiratrice. Apprezzo molto Kate Bush perché, nella sua performance musicale e nel canto, ha una sua identità particolare che è frutto di una continua ricerca. Ecco, ha quella marcia in più che in Italia non ho mai visto a nessuno, forse solo a Battiato. Ovvero la capacità di osare e di sperimentare”.

Angelica Lubian (pic by Margherita Pirri)-2A volte tendi a cantare in inglese: è una via di fuga o un modo diverso di esprimerti?
“A dire la verità sono felice di esprimermi in italiano e il mio repertorio, infatti, è in buona parte composto da brani in madrelingua. L’inglese lo preferisco nelle cover, come è accaduto a Bologna in occasione del ‘TEDx’: è una lingua che mi piace e che ho studiato. Ma cantare in inglese, a volte, è una scelta concordata con la mia band; inoltre, con il progetto Peekaboom ci saranno solo due brani in italiano. In generale, posso affermare che non ho alcuna preclusione, perché a me piace la musica di ogni lingua”.

Il tuo è un genere vario: sai alternare uno stile melodico a un altro un po’ più rock. Da dove nasce questa fusione?
“In realtà è tutto molto spontaneo perché piace tanto la libertà di espressione. Secondo me è sbagliato crearsi delle barriere e per questo preferisco avere una visione del mondo libera. A livello musicale la esprimo attraverso tocchi rock o con la sola chitarra: così come sono capace di divertirmi insieme alla band. L’importante è non essere ingabbiata in uno schema fisso”.

Nella performance di Bologna hai ‘combattuto’, da sola, davanti a mille persone. A ripensarci, dopo qualche mese, com’è andata?
“All’inizio ero quasi terrorizzata, ma poi ho sono riuscita a tirare fuori la vera ‘tigre’. C’era un pubblico diverso, attento all’innovazione e alla crescita umana e composto da persone molto curiose. Immagina la scena: io, da sola con la chitarra e la loop station in cui se premi il pedale sbagliato rischi di commettere un grande errore. Ma è andato tutto bene perché mi ero preparata attraverso settimane di studio”.

Che concerto sarà quello di sabato prossimo?
“Sicuramente molto intimo e questo anche per il clima che riesce a trasmettere il locale: un ambiente capace di portare serenità sia ai musicisti sia agli spettatori. A livello musicale, ci sarà  questo connubio tra il contrabbasso di Simone Masina e la voce, oltre a diversi inserti elettronici: senza dimenticare la chitarra”.

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