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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Lignano Sabbiadoro / Lungomare Trieste, 152

Lignano: "I giovani italiani mi fanno rabbia, non vogliono il lavoro"

La dichiarazione è stata rilasciata da Mara Bianchi, dell'American Hotel, in un'intervista a Il Giornale. "Fino a qualche anno fa non era così, i camerieri si trovavano, soprattutto gente del Sud che si adattava a fare la stagione lontano da casa. Adesso nemmeno questo"

«Vorrei dare lavoro agli italiani, mi piange il cuore quando sento parlare di disoccupazione in crescita. Invece i nostri connazionali il lavoro non lo vogliono, lo rifiutano. Sono allibita. Si lamentano che non si trova lavoro, ma a me fanno rabbia: non lo vogliono». E’ così che Mara Bianchi, titolare dell’American Hotel di Lignano, si è sfogata con Stefano Filippi de Il Giornale in un’intervista apparsa sulla versione on-line del quotidiano milanese il 6 luglio.

«Per la stagione estiva cercavo camerieri italiani  - ne avremo visti almeno 20 -, nessuno ha accettato. Vogliono più soldi, giornate libere, orari rigidi. La paga di uno stagionale è più alta di un cameriere fisso, si prende tra i 1.500 e i 2.000 euro netti più vitto e alloggio. Chiaro, c'è da sgobbare: si fanno tre turni e non ci sono giorni liberi. Invece loro vogliono il sabato libero per andare a ballare, la domenica per vedere la fidanzata, chiedono più soldi perché hanno fatto la scuola alberghiera e si credono tutti Masterchef. Per meno di 3mila euro non si muovono. Discorsi che ho sentito di persona e che sento ripetere ovunque vada. I camerieri sono albanesi. Studiano, prendono un diploma triennale, imparano anche il tedesco perché qui è pieno di germanici e austriaci. Insomma, si danno da fare. Se c'è da cambiare una lampadina o fermarsi dopo la fine dell'orario perché la sala non è ancora sistemata, non fanno troppe storie. Da altre parti, come a Milano, sono quasi tutti del Bangladesh o dello Sri Lanka, anch'esse persone gentilissime e disponibili, che si aiutano tra loro e hanno voglia di imparare. Funziona così nei ristoranti, nei negozi, nelle case private».

L’albergatrice non va per il sottile, e torna pure sulla vecchia tematica dei ‘bamboccioni’: «Preferiscono stare a casa piuttosto che fare i camerieri o i guardiani notturni sulle spiagge a sistemare le sdraio, eppure non sono lavori degradanti. È anche per questo che l'Italia va a remengo. I nostri hanno troppe pretese, a volte sono patetici. E’ un fenomeno nuovo, fino a qualche anno fa non era così, i camerieri si trovavano, soprattutto gente del Sud che si adattava a fare la stagione lontano da casa. Adesso nemmeno questo. E noi non trattiamo male i dipendenti, le camere sono dignitose, non come le cuccette nelle crociere, e se si mettessero d'accordo qualche serata libera a turno potrebbero farla. No, gli italiani (soprattutto i più giovani e con meno esperienza) pretendono il giorno fisso, cioè tutti i sabati. Piuttosto stanno a casa a spese del papà: così rispondono nei colloqui di lavoro. Ma chi può dare stipendi più alti con questa crisi? Meno lavoro c'è, meno si lavorerebbe. E allora prendiamo gli albanesi, magari sbagliano gli accenti quando si rivolgono ai clienti in sala ma hanno una marcia in più».

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