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Maltrattamento animali

Gattini rinchiusi in gabbiette nella sporcizia e nel degrado, condannati due allevatori abusivi

I fatti risalgono al 2020 quando l'OIPA denunciò l'accaduto. Uno dei due condannati aveva già precedenti per il medesimo reato.

Abitavano con 16 gatti che tenevano stipati all'interno di gabbiette in condizioni di degrado igienico e sanitario.

Per questo due allevatori abusivi di Udine sono stati condannati dal Tribunale di Udine, per maltrattrattanto di animali per i fatti accaduti nel 2020.

I due furono denunciati dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), contestualmente al sequestro, da parte delle guardie zoofile della stessa associazione in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri,

Lo stesso tribunale ha condannato gli imputati a rispettivamente alla pena di 27.500 euro e 25.000 euro di multa per il reato di cui all'art. 544 ter del Codice penale con confisca dei gatti sequestrati.

I due sono stati condannati inoltre al risarcimento in favore di Oipa in quanto parte civile. Uno dei due detentori era già stato condannato per maltrattamento di animali, reato per cui al momento del sequestro stava scontando una condanna definitiva in regime di detenzione domiciliare, motivo per cui il giudice ha revocato il beneficio concesso fino a fine pena facendolo entrare in carcere.

I fatti

I gattini, pubblicizzati su un noto portale, erano descritti come gattini di razza Maine Coon, Siamese, Ragdoll, Angora Turco piuttosto che American Shorthair e li vendevano a cifre che andavano da 150 a 400 euro; inoltre veniva dichiarato che i felini sarebbero stati venduti muniti di microchip, pedigree e vaccini. Una volta acquistati, però, gli acquirenti si accorgevano non erano altro che dei normalissimi gatti di razza europea, quelli di cui sono piene le città e le colonie feline, privi sia di microchip sia di pedigree, debilitati da parassiti esterni e interni, affetti da otiti da acari e da varie patologie (calicivirosi, coccidiosi o parvovirosi). E molti loro sono morti a distanza di qualche giorno dall’acquisto, nonostante le terapie veterinarie.

«Quando siamo entrati in quella casa, i gattini avevano a disposizione acqua putrida e residui maleodoranti di cibo, mentre il fondo delle gabbie era cosparso di lettiera sporca di deiezioni», racconta il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Udine e provinciaEdoardo Valentini. «Inoltre, la costante reclusione in quelle gabbie stava pregiudicando il corretto sviluppo psicomotorio dei cuccioli, alcuni dei quali avevano anche escoriazioni sul naso causate dal costante sfregamento contro le sbarre».

L’Oipa raccomanda di fare molta attenzione agli annunci online che riguardano la cessione di animali (non solo cani e gatti) poiché, nonostante l’adozione o la vendita di animali da compagnia sul web sia legale, molto spesso questi annunci possono nascondere un traffico illecito punito come reato con pene molto severe (reclusione, multa elevata e confisca degli animali) e anche acquistare animali online, anche se in buona fede, può comportare il concorso in tale traffico.

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