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Cronaca

Alle radici della fiera di Santa Caterina la cappella omonima in riva al Cormor

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Mercoledì 25 novembre 2015, nella ricorrenza tradizionale di Santa Caterina di Alessandria, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, in accordo segnatamente con la Federazione provinciale udinese dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e con la Confraternita del Santissimo Crocefisso di Udine, hanno voluto commemorare i caduti della Guerra di Chioggia (1378-1381), ultimo conflitto medievale combattuto dal Friuli unito e alleato di tante comunità e potentati dell'area alpino-adriatica contro l'invadenza economica e politica della Repubblica di Venezia e lo hanno fatto incontrandosi presso l'antica chiesa di Santa Caterina di Pasian di Prato, culla della celebre fiera concessa agli Udinesi nel 1380 proprio come premio per il contributo della città allo sforzo bellico aquileiese che aveva portato anche alla liberazione di Trieste dal dominio della Serenissima. “Alla riscoperta dei luoghi, delle radici e delle ragioni di un'antica grande festa popolare del capoluogo friulano, siamo a ricordare una remota grande guerra che vide affrontarsi oltre sei secoli fa Aquileia e Venezia ossia “madre” e “figlia” per il controllo dell'Alto Adriatico: questo facciamo onorando i caduti di entrambe le parti e formulando voti oggi di sempre maggiore e proficua unità d'intenti dei nostri popoli dai monti al mare” ha detto il prof. Alberto Travain, presidente dei due sodalizi le cui delegazioni, recanti le insegne dei “quintieri” sociali, hanno presenziato con tale intenzione in detta sede all'annuale celebrazione eucaristica, preceduta da visita alla cappella insieme alla studiosa dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho de Moraes, storica collaboratrice delle due organizzazioni culturali, chiamata in particolare ad illustrare la sua suggestiva ipotesi di identificazione della misteriosa effigie di cavaliere affrescata in chiesa con la figura del nobile Ermanno di Carnia o di Luincis – dall'omonimo castello presso Ovaro –, comandante dell'avanguardia aquileiese sotto il patriarca Bertrando quando il 6 giugno 1350 il valente presule cadde notoriamente vittima di un'imboscata alla Richinvelda. Accusato, forse erroneamente, di alto tradimento “Mano da Luvinças” – come è detto in Carnia – fu mandato a morte per decapitazione e sepolto presso la stessa cappella dedicata ai santi decollati Biagio, Caterina e Lucia, al confine occidentale della giurisdizione udinese, “nelle adiacenze luogo delle forche” ha soggiunto il prof. Travain, ringraziando infinitamente la dott.ssa di Prampero per aver sottratto all'oblio e restituito alla comunità la memoria di un dramma umano e politico correlato al grande mito friulano del Patriarca Bertrando.

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