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Cronaca

Lotta alla cimice asiatica: 4 milioni per contrastarla

Al vaglio alcune soluzioni: una in particolar modo sembra essere coerente ad un approccio biologico e non invasivo da un punto di vista ambientale

Ammontano a circa 4 milioni di euro le risorse regionali dedicate al contrasto alla cimice asiatica in un solo anno. Un problema che sta colpendo la produzione agricola mondiale, oltre che italiana, e per il quale sono al vaglio delle soluzioni: una in particolare risulterebbe essere coerente ad un approccio biologico e non invasivo da un punto di vista ambientale. Questa in sintesi la risposta che l'assessore regionale alle Risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli, ha dato oggi in aula all'interrogazione presentata dalla consigliera Mara Piccin su "quali azioni l'Amministrazione regionale abbia messo in campo per affrontare la presenza della cimice marmorata asiatica (Halymorpha halys)". 

Friuli invaso dalle cimici, ecco come liberarsene

Nella sua premesse l'assessore ha sottolineato che il problema in regione, soprattutto nell'area del Medio Friuli, ha raggiunto queste criticità in soli tre anni in un contesto in cui lo stesso insetto è presente negli Stati uniti dal 2000 e dove sta tuttora causando ingentissimi danni alla produzione agricola. Dal 2014 dunque l'Amministrazione regionale sta agendo per limitare gli effetti causati dalla cimice, dopo che due anni prima era arrivata in Italia, per l'esattezza nell'area della provincia di Modena. La sua caratteristica, come ha spiegato l'assessore, è di essere polifaga, quindi di non attaccare solo la soia o cereali, ma anche e soprattutto le colture di frutta.

VIDEO: Case infestate dalle cimici nel Medio basso Friuli 

La possibile soluzione

La Regione, insieme al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e al Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (Crea), sta sperimentando nuove sostanze attive e in particolare lo stesso Crea, attraverso il suo centro Difesa e Certificazione, nell'ambito del Progetto nazionale "Aspropi - Azioni a supporto della protezione delle piante", ha individuato un antagonista naturale che pare in grado di parassitizzare le uova della cimice, l'imenottero Ooencyrtus telenomicida, allevabile in biofabbriche e con buone prospettive per il controllo biologico. I ricercatori, in collaborazione con alcuni Servizi fitosanitari regionali, hanno già predisposto un progetto per poter allevare i nemici naturali della cimice e verificarli sul campo. In base ai risultati delle prove condotte si deciderà se passare alla produzione e diffusione di Ooencyrtus telenomicida anche in Friuli Venezia Giulia.

Intanto, sul versante delle conseguenze causate dall'insetto, come ha illustrato Shaurli, la Regione ha provveduto allo stanziamento di quasi 3 milioni di euro di indennizzi a favore delle imprese agricole che hanno subito danni dalla cimice. "Danni per altro - ha rimarcato l'assessore - non assicurabili. Infatti uno degli interventi è quello di agire in sede comunitaria, affinché le compagnie assicurative possano riconoscere anche la copertura di questa fattispecie di danno". Oltre agli indennizzi si è provveduto anche alla concessione di contributi per le spese sulla prevenzione: "circa 1 milione di euro per l'acquisto di reti antinsetto finanziate all'85 per cento ai nostri agricoltori". 

Sciami di cimici già alle porte di Udine

In questa dinamica attivata dalla Regione, come ha ricordato Shaurli, si inseriscono anche L'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) e la Protezione civile regionale. L'Ersa, oltre al monitoraggio costante di diffusione e danni e all'installazione di trappole per la cattura, in considerazione della natura dell'insetto che si muove in sciami e aggredisce spesso anche abitazioni e giardini creando  situazioni di disagio per la popolazione, ha predisposto una convenzione con Protezione Civile e i Comuni per facilitare l'intervento di ditte specializzate nei casi più gravi: a partire dalle strutture pubbliche come le scuole, ma in prospettiva anche a disposizione per interventi emergenziali sulle abitazioni private.

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