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Cronaca

Accoglienza profughi: c'è pericolo ebola in regione?

In seguito al nuovo arrivo in Friuli Venezia Giulia di oltre un centinaio di profughi richiedenti asilo politico, il Vicepresidente di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, ha presentato un'interrogazione con cui chiede alla giunta di Trieste di conoscere quali rischi corre la Regione e quali sono state le misure adottate per scongiurare allarmi sanitari

Media e siti Internet hanno reso noto, sebbene in secondo piano, che anche in Italia c'è allerta per Ebola, un virus estremamente aggressivo e letale per l'uomo, che causa una febbre emorragica e che si diffonde tra coloro che sono entrati in contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti. Tanto che molti dei Paesi europei hanno già allertato le rispettive strutture sanitarie.

Che non si tratti di un eccesso di allarmismo lo si capisce dal fatto che, sebbene in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, con una circolare emanata il 4 aprile il Ministero alla Salute italiano raccomanda di adottare ogni utile azione di vigilanza in riferimento ad arrivi indiretti dalla Guinea e altri Paesi confinanti dell'Africa, qualora si riscontrino sintomi riconducibili alla malattia in atto. Sono stati allertati il Ministero della Difesa, le Regioni, l'ENAC, la Croce Rossa e l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive. Ad ognuno di questi soggetti, il dicastero indica cosa fare. Va però precisato, per non generare allarmismo, che per il momento l'OMS non raccomanda, in base alle informazioni correnti disponibili, restrizioni a viaggi o a rotte commerciali da applicare ai Paesi interessati da questo evento.

Alla luce però della nuova ondata di clandestini che in questi giorni stanno giungendo nel Friuli Venezia Giulia (in questi giorni 50 a Pordenone ed altrettanti a Udine) il Vicepresidente di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, ha presentato un’interrogazione alla Presidente Debora Serracchiani e all’assessore regionale alla Sanità con cui chiede di conoscere se la nostra regione corre dei rischi e che misure sono state finora adottate.

Ieri intanto sono iniziate le procedure di identificazione dei 50 profughi che sabato scorso sono stati alloggiati in Friuli  Venezia Giulia. 15 a Pordenone, 35 a Piancavallo, 16 a Pulfero, 4 a Udine e una trentina a Forni Avoltri in attesa della sistemazione definitiva al villaggio turistico della Getur di Piani di Luzza. I cinquanta migranti arrivano dalle zona più a rischio dell’Africa e i maliani sono intenzionati a chiedere asilo politico al pari dei profughi arrivati dalla Nigeria, dal Ghana, dal Senegal, dal Gambia e dell’unico uomo arrivato dalla Costa D’Avorio. La Polizia, attraverso il Dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno, ha infatti già aperto le pratiche per valutare le domande di riconoscimento dello status di rifugiato politico e ha dato ampie garanzie riguardo le condizioni di salute dei profughi, già visitati al momento del loro sbarco in Sicilia, come previsto per legge.

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