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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Abolire il numero chiuso per le lauree mediche: la proposta parte dal Friuli

La Cgil del Friuli Venezia Giulia chiede di rivedere una norma anacronistica "che taglia fuori il 75 per cento dei candidati"

La pandemia ha messo in evidenza come ci sia una pesante carenza di medici di medicina generale. Euno degli assi portanti del Recovery Plan europeo e del Pnrr nazionale , è proprio un piano straordinario di assunzioni di medici e personale sanitario. Per soddisfare queste esigenze, secondo la Cgil del Friuli Venezia Giulia, è urgente modificare le regole di accesso alle lauree mediche ed infermieristiche."La necessità conclamata di rafforzare la sanità pubblica e il crescente fabbisogno di personale negli ospedali, evidenzia come sia inderogabile rivedere i criteri che attualmente disciplinano l’accesso programmato alle lauree in medicina e per la formazione del personale sanitario." È quanto sostiene il sindacato, con la segretaria confederale Rossana Giacaz e con Orietta Olivo, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil regionale. Se la competenza legislativa in materia è nazionale, la Cgil esorta l’assessore alla Salute Riccardi e il governatore Fedriga, a perorare la causa nei confronti di Governo e Parlamento, condividendo le ragioni della recente mobilitazione di protesta degli studenti, scesi in piazza contro il numero chiuso. "È necessario rivedere la legge 264 individuando, assieme alle università e alle Regioni, gli investimenti e le modifiche organizzative necessarie per favorire un maggiore accesso alle professioni mediche e sanitarie." E aggiungono: "È sconcertante infatti che gli attuali tetti di ammissione escludano in partenza, nella nostra regione, quasi i due terzi degli aspiranti medici e poco meno del 60 per cento degli iscritti potenziali ai diplomi di laurea." Inoltre il sindacato chiede alla Regione di intensificare i corsi di formazione volti all’assunzione o alla qualificazione degli operatori socio sanitari, essendo questa materia già di competenza esclusiva della Regione. Secondo la Cgil, i numeri degli accessi ai corsi sono sensibilmente inferiori ai fabbisogni degli ospedali e del territorio. Da qui la richiesta agli assessori competenti, Lavoro e formazione da un lato, Salute dall’altro, di varare da subito un piano straordinario di potenziamento della formazione e delle assunzioni di Oss.

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