L'urban art di Mr, Fijodor approda per la prima volta in Friuli
Al parco commerciale Terminal Nord l'artista ha realizzato due murales sul tema ambiente
Preferisce chiamarla urban art e non street art, ma non si offende, anzi, se lo si definisce un graffitaro. È Fijodor Benzo, in arte Mr. Fijodor, l’artista torinese che ha messo la sua firma, per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, al parco commerciale Terminal Nord. Due muri che in soli cinque giorni sono diventati vera arte urbana.
L'ambiente come filo conduttore
La direzione del parco lo ha invitato per dare vita a due temi legati all’ambiente, il riciclo e la mobilità sostenibile, con un duplice intento. Da un lato sensibilizzare i visitatori a queste tematiche e, dall'altro, dare voce al mondo dell’arte che vive un momento particolarmente difficile a causa dell’emergenza Covid. “La mobilità sostenibile e il riciclo rientrano tra i miei temi”, racconta Mr. Fijodor illustrando le sue opere al Terminal Nord. Il messaggio è chiaro. “L’idea di dover scegliere di fare determinate azioni – aggiunge – per non essere sommersi dalla plastica. Se vogliamo migliorare qualcosa dobbiamo essere noi, in primis, a scegliere di cambiare il nostro stile di vita”.
Lavorare "sul difetto"
Ma l'obiettivo dell'artista è solo quello di sensibilizzare l'opinione pubblica o le sue opere si possono leggere anche in chiave critica? “Mi piace – spiega Mr. Fijodor – che si veda il gesto e che ci sia una parte di improvvisazione. Ho sempre lavorato sul difetto, se il disegno è un po’ storto o sproporzionato mi piace. Spesso è dai difetti che nascono le cose migliori”. E i suoi disegni, infatti, non ci si limita a guardarli, ma fanno riflettere. “Lo scopo infatti è proprio quello – dice Fijodor –. Certo, se sono anche esteticamente belli è meglio, ma sicuramente non è il mio primo obiettivo”.
Dal suo primo murales del '94 oggi non si contano più
Questa filosofia la porta avanti da anni. Il primo murales l’ha realizzato nel ’94 e oggi nemmeno li conta più. Agli albori, questi artisti venivano definiti, in modo forse un po' offensivo, come graffitari. “È proprio per quello che mi piace – conclude – e penso che sia la differenza tra il movimento legato ai graffiti, all’urban art, la street art e gli altri movimenti artistici”.