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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Superbonus 110%, cosa sono cessione del credito e sconto in fattura

Sempre più italiani si stanno lasciando tentare dal mettere mano alla ristrutturazione di casa sfruttando le agevolazioni fiscali previste dal Decreto rilancio. Ecco cosa si intende e come funziona la cessione del credito d'imposta

Ormai sembra un mantra. Praticamente ovunque si sente parlare di Superbonus 110%, Ecobonus, cessione del credito, sconto in fattura. Molto spesso, però, ci si trova a che fare con temi, norme e procedure non proprio facili. E così, la voglia di mettere mano a dei lavori di riqualificazione energetica vengono riposti nel cassetto.

Senza lasciarsi prendere dallo sconforto ecco una piccola guida per capire cosa sia la cessione del credito di cui tanto si parla.

Super Ecobonus 110%

In estrema sintesi, il Super Ecobonus 110%, comunemente chiamato Supebonus 110%, è la misura prevista al Decreto rilancio per gli interventi edili. Un'agevolazione fiscale che permette di detrarre dalle tasse il 110% delle spese relative alla riqualificazione energetica dell'abitazione.

Gli interventi che rientrano nel Superbonus sono essenzialmente l'isolamento termico della casa (il cosiddetto “cappotto”) o la sostituzione degli impianti di climatizzazione. Rientra nella categoria dei Superbonus anche in Sismabonus che riguarda in questo caso i lavori per il miglioramento della classe sismica dell'edificio.

I requisiti

Prima di andare oltre è bene chiarire subito due aspetti: per usufruire delle agevolazioni, gli interventi devono migliorare l'efficienza energetica dell'abitazione di almeno due classi; inoltre ai lavori cosiddetti “trainanti”, come ad esempio il “cappotto”, possono seguirne altri “trainati”, come ad esempio la sostituzione degli infissi.

Chiarito questo vediamo di cosa si tratta quanto parliamo di cessione del credito o di sconto in fattura.

La cessione del credito

Se fino ad ora eravamo abituati a pensare a forme di recupero delle spese sostenute detraendole dalle tasse da pagare nei 5 o nei 10 anni successivi, nell'ultimo anno si sono aggiunte sia la possibilità della cessione del credito d'imposta, sia quella dello sconto in fattura.

La differenza è che mentre lo sconto in fattura viene concesso al contribuente direttamente dall'impresa che esegue i lavori, la cessione del credito va chiesta a banche, assicurazioni, poste, fornitori o altri terzi intermediari che in questo modo intervengono nella pratica anticipando la spesa per il committente o in conto dell'impresa.

Nel primo caso il rapporto tra chi esegue i lavori e chi li commissiona è diretto e non ci sono esborsi economici da parte del committente (tranne che per le spese vive relative alle pratiche ovviamente, ma che possono essere comunque portate per la gran parte in detrazione).

Nel secondo la banca fornisce un servizio finanziario (sostanzialmente in prestito) con il quale pagare i lavori effettuati. A loro volta, le banche possono scontare il bonus fiscale al cittadino (o al condominio) che ha effettuato la riqualificazione, oppure effettuare lo sconto nei confronti dell'impresa che ha realizzato i lavori e che si è fatta cedere il bonus fiscale dal soggetto interessato tramite la riduzione del prezzo in fattura o, ancora, concedere a chi ne fa richiesta un finanziamento ponte che verrà successivamente estinto con la cessione del credito d'imposta alla banca.
 

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