Alimentazione e longevità
Supercibi, spezie e prebiotici sono le nuove frontiere della scienza alimentare, ma quanto possono aiutarci? In realtà possono fare molto in virtù del loro potenziale antiossidante per rendere efficace il modo in cui smaltiamo i rifiuti organici o radicali liberi, nell’ottimizzare la funzionalità del nostro organismo, nel prevenire i danni dovuti all’invecchiamento ma soprattutto nel migliorare l’espressione dei nostri geni. Le nostre scelte alimentari infatti, così come lo stile di vita influenzano moltissimo il modo in cui la nostra ereditarietà genetica si manifesta, riuscendo a spegnere o accendere quei particolari interruttori cellulari che chiamiamo geni. Mangiare quindi, serve a più scopi e nutrirsi richiama una dimensione più ampia di azioni e reazioni organiche rispetto a quelle più basilari alle quali siamo abituati.
Cosa mettiamo nel piatto allora? Molto dipende anche dall’età e dalle necessità organiche legate a momenti di vita o situazioni che dobbiamo affrontare poiché il nostro metabolismo cambia in funzione dell’età ma anche delle stagioni, dello stile di vita che adottiamo o anche del tipo di stress che affrontiamo. Quello che mangiamo ci rende più o meno efficienti e più o meno resistenti. Di certo è importante fare leva sugli antiossidanti e non dimenticare le fibre che troviamo negli ortaggi, nei legumi e nei cereali integrali, tutte diverse tra loro con effetti altrettanto differenti all’interno del nostro sistema digerente. La cucina casalinga che tanto ha spopolato dagli anni 1960 al 2000 con abbondanti primi e succulenti secondi ha lasciato dietro di sé una scia di problematiche di salute non indifferenti. E’ necessario quindi analizzare il cibo in modo più razionale, orientandoci verso scelte più consapevoli che vadano incontro alla nostra salute anziché ostacolarla e che soprattutto possano offrire un vantaggio quando l’età avanza.
Rivedere le proporzioni e le funzioni delle maggiori categorie alimentari quali carboidrati, proteine e grassi riserva spesso molte sorprese. Si pensa generalmente che i carboidrati siano la migliore soluzione contro la fame quando invece energeticamente rendono meno calorie di quelle che immaginiamo, creando un senso di vuoto digestivo dopo poche ore e spesso anche una fame nervosa. A pranzo quindi ha sempre senso mangiare un primo e una verdura? Forse no, potrebbe non essere la soluzione migliore. Allo stesso modo scegliere un’alimentazione iperproteica se si è sportivi o se si è generalmente attivi può essere controproducente poiché non favorisce l’agilità fisica e soprattutto accelera l’invecchiamento quasi quanto il fumo di sigaretta. E’ questo il nostro obiettivo? Probabilmente no ma è proprio sugli obiettivi che bisogna ragionare, capire cosa vogliamo che il cibo faccia per noi programmando meglio sia la spesa settimanale che i pasti quotidiani a seconda delle nostre esigenze a breve e lungo termine.
Relatore: Paola Valdinoci, nutrizionista e naturopata con laurea in Fitoterapia Medica