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Il pericolo: anche in Fvg si teme per la diffusione della variante inglese del virus

In regione la diffusione della variante inglese è per il momento intorno al 6,3%: per gli esperti è destinata a diventare presto quella prevalente

L'ipotesi di un lockdown totale presentata ieri dal consulente del ministero della Sanità sull'epidemia Walter Ricciardi a Roberto Speranza con l'invocazione a farla valutare dal presidente del Consiglio Mario Draghi si poggia sulla paura per la diffusione in Italia della variante inglese del Covid 19, presente al momento in un contagio su cinque. E su uno studio che ne descrive le potenzialità assassine: provoca un aumento della contagiosità del 50% ma anche della letalità, tra il 20 e il 30%.

In Friuli Venezia Giulia

Quel che è certo è che la variante inglese è più contagiosa: rispetto alla sua circolazione in Friuli Venezia Giulia, è presente soprattutto in provincia di Udine dove sono stati rilevati nove casi. In regione, la percentuale di diffusione, al momento, non supera il 6.3 per cento dei 267 tamponi effettuati. Preoccupano le zone confinanti: in Veneto il virus mutato ha toccato il 20% dei casi registrati, mentre in Austria circola più pericolosamente la variante sudafricana del Covid. 

Rischio lockdown totale

Venerdì scorso il ministero della Salute ha diffuso i risultati preliminari della ‘flash survey’ condotta dall’Iss sulla stima di prevalenza della cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2, che in Italia è risultata pari a 17,8%. I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 regioni e province autonome, ripartiti in base alla popolazione. Il risultato medio è in linea con quello di altre survey condotte in Europa. Il risultato dell’indagine ci dice che nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania del 30%), c’è una circolazione sostenuta della variante, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. E il ministero ha spiegato che un attento monitoraggio ci consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato. Il punto è importante per capire perché le varianti Covid e il rischio terza ondata possono portarci al lockdown totale. 

La comunità internazionale

Il documento scientifico descrive l'impatto delle varianti in circolazione e, partendo da dati elaborati nel Regno Unito, si è stabilito che la variante inglese provoca un aumento della contagiosità pari al 50%, e questo non è una novità, ma anche della letalità tra il 20 e il 30%. La variante brasiliana pare poi non crei immunità e, quindi, non metta al riparo da una reinfezione, rischiando di ridurre l’impatto dei vaccini. Mentre quella sudafricana abbatterebbe quasi del tutto l’efficacia del vaccino di AstraZeneca, quello di cui aspettiamo più dosi, riducendola al 10-20%. Insomma, la conclusione è che le varianti impongono un ripensamento delle contromisure.

Proprio a causa di questo documento il Comitato Tecnico-Scientifico oggi potrebbe raccomandare nuove chiusure. Per tutte queste considerazioni l'ipotesi prospettata da Ricciardi a Speranza dovrà essere tenuta in considerazione dal governo Draghi, se non altro per valutarne i rischi per l'economia e per prendere una decisione che rifletta anche la volontà di accelerare sul piano di vaccinazione di massa di questi ultimi giorni.

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