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Confindustria e sindacati: spingere sulle vaccinazioni

La Cisl e i pensionati del Fvg fanno il punto sulla gestione della pandemia. Bordin: “Sfruttare subito tutte le strutture produttive ed aziende disponibili, mettendole in connessione con i dipartimenti di prevenzione”

Che le vaccinazioni stiano dando i primi segnali positivi è ormai un dato di fatto, se si considera il calo dei contagi sia tra i sanitari, sia tra gli ospiti delle residenze per anziani ed, in generale, tra le fasce di popolazione con età più elevata. Proprio perché si prevede una importante e costante fornitura di vaccini occorre spingere con decisione sulle vaccinazioni, sfruttando tutte le risorse, comprese quelle stabilite dal protocollo sottoscritto tra Confindustria e sindacati confederali, ovvero le strutture produttive e le aziende disponibili, mettendole in connessione con i dipartimenti di prevenzioni del servizio sanitario. A sollecitare in questa direzione è la Cisl Friuli Venezia Giulia, che se, da una parte, chiede celerità nelle somministrazioni, visti gli importanti stock in arrivo, obbligo vaccinale per gli ospiti e gli operatori delle strutture protette e l’intervento dell’esercito anche sul nostro territorio per arrivare alle 10mila vaccinazioni giornaliere, dall’altro fa chiarezza sulla situazione pandemica della regione.

Il Friuli Venezia Giulia - commenta Renato Pizzolitto, segretario generale dei Pensionati della Cisl Fvg - è superato solo dalla Provincia Autonoma di Bolzano per vaccinazioni complete (prima e seconda dose) ed è l’ottava regione in Italia per over 80 messi in sicurezza, con una media del 33,3% rispetto al 26,9% nazionale”. “L’obiettivo attuale – commenta per la Cisl Fvg, Luciano Bordin – è quello di tutelare più persone possibili e perciò ben venga l’impegno del Governo nazionale di implementare i punti vaccinali, coinvolgere i medici di base e tutte le altre figure che possono essere messe in campo per la vaccinazione compresa l’assunzione di nuovo personale dedicato. Solo in questo modo potremo invertire la tendenza dei contagi e dare fiato al sistema ospedaliero. Sistema che nonostante le grandi difficoltà ha retto sia nella risposta di terapie intensive e preintensive. Certo è che il Covid ha portato a galla l’urgenza di potenziare la sanità territoriale ed è questo il tema cruciale che dobbiamo affrontare con la Regione appena la morsa della pandemia comincerà ad allentarsi”. Quanto alla situazione del Friuli Venezia Giulia, è sempre la Cisl Fvg a fotografare il quadro e riequilibrare il giudizio sindacale sulla gestione dell’emergenza, riportando l’attenzione sull’elevato contagio derivante però dall’alto numero dei tamponi effettuati ad oggi (nel 2020, 77.356 per 100.000 abitanti).Vi è stato un aumento della mortalità dovuta al Covid 19, come in tutte le regioni italiane, ma come Friuli Venezia Giulia registriamo valori migliori di altre regioni del nord, considerando anche l’indice di anzianità della popolazione. “Tenuto conto di tutto questo -spiega Bordin - restano intatte tutte le preoccupazioni riguardanti le scelte che dovranno essere prese da qui in avanti, a partire dalla scuola e da tutti quei settori duramente colpiti dal Covid e dalle restrizioni, come turismo e spettacolo, che certamente, anche a livello regionale, richiederanno una forte attenzione e impegno per garantire la ripresa e la salvaguardia dei posti di lavoro”.

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