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Fp-Cgil: "la Regione non può scaricare gli errori fatti durante la pandemia sull'azienda sanitaria Friuli Centrale"

Traunero: “Straordinari e indennità non pagate effetto del sotto finanziamento, incredibile che l’assessore si chiami fuori. Ad aggravare l’impatto della pandemia in Friuli anche il peso delle mancate assunzioni”

«Gli straordinari e le integrazioni Covid non pagati? Le responsabilità sono innanzitutto della Regione, e il fatto che l’assessore Riccardi le scarichi interamente sulle singole aziende è semplicemente incredibile». È quanto dichiara Andrea Traunero, segretario della Funzione pubblica Cgil Udine, spiegando le ragioni della campagna di volantinaggio che il sindacato Cgil della sanità promuoverà a partire da domani (25 marzo) tra il personale dell’Asufc. «È la Regione – spiega Traunero – a sottofinanziare le aziende. Prova ne sia che la proposta di accordo sulle premialità 2020 che ci aveva presentato l’Asufc a fine dicembre: quel documento, in premessa, definiva esplicitamente le risorse aggiuntive stanziate dalla Regione insufficienti a garantire le integrazioni salariali per la seconda ondata Covid. È proprio per questo motivo che la Cgil decise, responsabilmente, di non firmare quell’accordo e di segnalarlo alla Regione. Sentire l’assessore chiamarsi fuori e chiedere spiegazioni alle aziende è francamente sconcertante».

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Si tratta degli stessi concetti tradotti nel volantino , dove si ricorda che la Regione, oltre a scegliere i livelli di finanziamento alle aziende, ha in mano anche le principali leve su Assunzioni e formazione di nuovo personale. «Assunzioni – rimarca Traunero – che restano il problema principale, se è vero come è vero che in Asufc l’organico di fine 2020, quindi in piena seconda ondata, era inferiore di 200 unità a quello del 2018. Non ci si può meravigliare che in questo quadro esplodano le liste di attesa, salti la gestione dei tracciamenti e l’attività delle Usca, pronti soccorso, reparti Covid e terapie intensive rischino di andare in tilt. Se il Friuli Venezia Giulia, e la provincia di Udine in particolare, stanno pagando un prezzo così alto alla seconda e alla terza ondata è anche a causa di mancati investimenti il cui peso si trascina da anni, oltre che di ritardi e di sottovalutazioni tra la prima e la seconda ondata, quando c’era il tempo e il modo per intervenire sulle criticità».

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