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Slovenia e Austria hanno paura: limitazioni e restrizioni per evitare la chiusura dei confini

Nei luoghi pubblici posti contingentati per evitare assembramenti, eventi a numero ridotto e coprifuoco: quali sono le restrizioni approvate dai due governi confinanti

La paura della "seconda ondata" di contagi da coronavirus non alberga solo in Italia: anche Slovenia e Austria stanno facendo i conti con numeri che crescono. I rispettivi governi hanno così deciso di prendere alcuni provvedimenti.

Slovenia

In Slovenia è in vigore da lunedì 19 ottobre lo stato di epidemia, proclamato per 30 giorni dal premier Janez Janša per contrastare la diffusione del coronavirus. Saràdunque in vigore il coprifuoco: dalle 21 alle 6 del mattino sarà vietato uscire di casa se non per andare a lavorare e, ovviamente, per le emergenze. Il numero massimo di persone che si possono aggregare è stato poi ridotto da 10 a 6.
Per quanto riguarda le scuole, solo alle elementari proseguiranno le lezioni in presenza, tutti gli altri ordini scolastici torneranno in didattica a distanza. Sono ferme anche i riti religiosi e i matrimoni, chiusi musei e associazioni culturali e limitazioni per locali pubblici e negozi. Sono state adottate anche limitazioni negli spostamenti fra le regioni: tutta la Slovenia è zona rossa, eccezion fatta per Carso e litorale. Non sono previste al momento chiusure dei confini.

Austria

La crescita dei contagi spaventa anche l’Austria: il sistema sanitario però al momento regge bene ma aumentando i numeri il governo ha optato per alcune restrizioni che entreranno in vigore alla mezzanotte tra giovedì e venerdì. Nei luoghi pubblici come le palestre, dove non vi sono posti a sedere prestabiliti, saranno ammesse contemporaneamente al massimo 6 persone al chiuso e12 all’aperto. Anche per i luoghi privati è raccomandato di seguire la stessa direttiva, contando sul buonsenso dei cittadini che non possono essere controllati. Limitazioni anche per gli eventi: il numero massimo di partecipanti non potrà essere superiore a 1000 al chiuso e a 1500 all’aperto. Come in Italia, in bar e ristoranti sono ammesse massimo 6 persone per ogni tavolo e sono vietate le consumazioni all’esterno dei locali dopo l’orario di chiusura. 

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