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Martedì, 19 Marzo 2024
Attualità Chiavris / Viale Volontari della Libertà

"Insultata e aggredita, ma rifarei tutto", parla l'anziana contro il corteo no Green pass

Il racconto della donna diventata, grazie a un video ormai virale, un simbolo dei favorevoli al vaccino. "Ce l'hanno con tutti, dai giornalisti al Governo. Sono convinti che questa sia una dittatura. Beh, la vera dittatura è in quei paesi dove lo Stato non ti dà la possibilità di vaccinarti e l'immunizzazione è solo per i dittatori"

«Se loro mi facevano le corna io rispondevo con le corna, sì. Ma alzavo le dita in segno di vittoria, facevo il gesto del vaccino e rispondevo ai cori con dei baci. Eppure uno mi ha gridato "fra tre mesi ci vediamo in cimitero" e per me è una cosa assurda, perché se loro pretendono di dire quello che vogliono perché non lo posso fare anche io, se ho un'idea diversa?». Veronica, così chiameremo la signora diventata celebre per aver espresso il suo dissenso durante il corteo dei "no Green pass", finendo suo malgrado protagonista di un video diventato virale, ha le idee molto chiare su quello che bisognerebbe fare in una situazione pandemica: affidarsi alla scienza. E, ieri, non ha proprio resistito quando ha sentito le voci venire dalla strada, sotto la finestra di casa sua, in viale Volontari della Libertà. «Ho voluto affacciarmi e far capire a modo mio che ero contraria. Io sono vaccinata e sono felice di essermi potuta proteggere: ho completato il ciclo il 24 luglio e appena sarà possibile prenoterò la terza dose». La signora ha 75 anni, 54 ne ha vissuti in Venezuela «facendo tutti i vaccini possibili e immaginabili»: «per entrare negli Stati Uniti c'era il cartellino giallo contro la febbre gialla, che differenza c'è con il Green pass, che è uno strumento che serve a proteggerci, che serve a tutelare la nostra salute?» si chiede quasi sconcertata Veronica.

Minacce e violenze verbali

«Non mi entra in testa perché le persone critichino il Green pass e non mi capacito che con queste persone non si possa parlare, sono troppo violenti». Suo malgrado, dicevamo, Veronica è diventata un volto noto della manifestazione di ieri. C'è chi la critica aspramente e chi la osanna per il suo coraggio. Ma il suo esporsi ha e ha già avuto delle conseguenze. «Ieri pomeriggio sono uscita per andare dal parrucchiere e quando tornavo indietro tre persone mi hanno riconosciuta e mi hanno aggredita verbalmente. Sono stata molto male, ma è colpa mia che ho provato a intavolarci un discorso: gli ho detto che io sto solo rispettando la legge, ma mi hanno risposto che non esiste nessuna legge, che devo smetterla di informarmi, che tra tre mesi finirò in cimitero e che ho l'Alzheimer... ho avuto paura e una volta a casa mi sono resa conto di quanto mi avesse fatto male tutto ciò. Non è possibile che noi italiani siamo così ignoranti». Le ultime parole Veronica le pronuncia con il tono della voce che si abbassa e si sgretola pian piano. Come le sue certezze di poter aver un dialogo sereno con interlocutori che non hanno voluto sentire ragioni. 

Presa in giro

«Mi hanno presa in giro, dicendomi di continuare a vedere la Rai, che dice solo bugie. Io ho risposto "sì, e voi continuate a stare sui social, che vi insegnano molto".. Ho sbagliato, ho capito dopo che con certe persone è impossibile ragionare: sono così "educati" che non ti lasciano parlare e mi hanno persino detto che avrebbero voluto venirmi a cercare. Ma per me è incredibile che vogliano togliermi la libertà di esprimere le mia opinione quando sono in strada a rivendicare proprio quel diritto!».

La "vera dittatura"

Per Veronica il punto è uno: la scienza può aiutare le persone a stare meglio e a uscire da una situazione pandemica. Avere la possibilità di vaccinarsi è un privilegio, oltre che un dovere. «Sono friulana, vedova da 26 anni e ho vissuto la vera dittatura in Venezuela. La mia storia mi ha insegnato tanto: come cittadina ho dei doveri e per avere dei benefici nella società in cui vivo devo rispettarli e compierli, questi doveri. Spiegare questa cosa a certe persone così violente è però impossibile. Ce l'hanno con tutti, dai giornalisti al Governo. Sono convinti che questa sia una dittatura. Beh, la vera dittatura è in quei paesi dove lo Stato non ti dà la possibilità di vaccinarti e l'immunizzazione è solo per i dittatori». A 75 anni, Veronica non ha visto solo sfilare sotto la sua finestra per manifestare, ma ha vissuto davvero molto altro. «Le persone dovrebbero essere più educate, dovrebbero leggere di più, c'è una mancanza di cultura incredibile. Io preferisco morire di una trombosi che finire in una terapia intensiva con un tubo in bocca quando mi manca il respiro».

Simbolo dei pro vax

Veronica è intimorita, le minacce verbali e i toni con cui le persone si sono rivolte a lei l'hanno spaventata. Ma per tanti che hanno visto il video che la riprendeva mentre faceva il gesto dei vaccini è diventata una sorta di idolo. Il simbolo di un movimento di pensiero. «A chi ha tanti dubbi e ha paura consiglio di ascoltare i virologi, che spiegano tutto e parlano chiaramente. Non si può essere così ottusi, in un paese come il nostro in cui non manca niente, neanche l'accesso all'istruzione».

Una questione di principio

Non è la prima volta che Veronica si espone in merito alla questione vaccino, però. «Tempo fa ho convinto una mia amica, appartenente a una famiglia interamente no vax, a vaccinarsi. Ha la mia età. Le ho detto solamente che doveva proteggersi ed essere responsabile per se stessa e per chi ha intorno, che se si fosse ammalata avrebbe gravato anche sulla sua famiglia. Così si è vaccinata, ma gli altri no. E' andata a finire che i nipoti e il marito si sono contagiati e lei no ed ha scampato il pericolo!». Quando chiediamo a Veronica se, nonostante le violenze verbali subite, si riaffaccerebbe su quel balcone, lei non ha dubbi: «sì, è stato il mio senso di responsabilità».

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