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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sentenza storica: riammettere i migranti è illegittimo. Il tribunale "condanna" il Viminale

La sentenza del foro di Roma è stata emessa il 18 gennaio scorso. Il mondo dell'accoglienza esulta: "Una giornata storica". Accolto il ricorso di un cittadino di nazionalità pakistana respinto a Trieste nell'estate del 2020

La sentenza con cui il tribunale di Roma ha dichiarato le riammissioni dei migranti tra Italia e Slovenia illegittime fa segnare un vero e proprio cambio di passo nella giurisprudenza in materia di accoglienza e "condanna" la posizione del ministero dell'Interno italiano la cui prassi viene definita "illegittima sotto molteplici profili". Alle vittime dei cosiddetti "respingimenti a catena" (dall'Italia alla Bosnia, passando per Slovenia e Croazia ndr) e in base alla decisione presa lo scorso 18 gennaio attraverso un'ordinanza, verrà quindi riconosciuto il diritto a fare ingresso nel nostro Paese.

La sentenza: accolto il ricorso di un cittadino pakistano

Il foro romano ha accolto il ricorso presentato da un cittadino di nazionalità pakistana (e difeso dalle avvocate Caterina Bove e Anna Brambilla ndr) che nell'estate del 2020, dopo essere entrato illegalmente in territorio italiano, era stato riammesso nella vicina repubblica in base all'accordo firmato dai due paesi nel 1996. La decisione, secondo l'Associazione di Studi Giuridici Italiani, è stata presa nel pieno rispetto delle "libertà garantite dalla Costituzione". 

Cosa dice la Costituzione

È l'articolo 10 della Carta costituzionale ad affermare che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche [...], ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". Il cittadino pakistano, che aveva raccontato la sua vicenda all'associazione "Border Violence Monitoring Network" e al giornalista Martin Gottske, potrà quindi fare immediato ingresso in Italia per poi sottoporsi alla procedura di esame della protezione internazionale. I migranti riammessi in Slovenia solo nel 2020 sono stati oltre 1300. 

"Palese violazione delle norme internazionali"

Esulta il mondo dell'accoglienza. La procedura delle riammissioni, secondo quanto osservato dal tribunale della Capitale, "è condotta in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne che regolano l'accesso alla procedura di asilo" questa parte del testo diffuso sempre da ASGI. Inoltre, la pratica "è eseguita senza la consegna agli interessati di alcun provvedimento e senza alcun esame delle situazioni individuali, dunque con chiara lesione del diritto di difesa e del diritto alla presentazione di un ricorso effettivo". Secondo ASGI la sentenze è "un tassello fondamentale per il ripristino della legalità alla frontiera orientale".

Abbattuto il muro dell'indifferenza

Nel dettaglio, uno degli elementi "incriminati" è rappresentato dall'obbligo di non "esporre lo straniero a rischi di trattamenti inumani e degradanti" come invece accade da anni al confine croato. Violenze che sono finite sulle pagine di numerosi organi di informazione stranieri ma che, ad eccezione di alcuni quotidiani italiani, non hanno mai dato l'impressione di scalfire il "muro" dell'indifferenza nazionale. Indifferenza che si somma alla mancata presenza di notizie in merito al fenomeno della Rotta balcanica che in circa due anni ha visto transitare lungo il Carso alle spalle di Trieste all'incirca diecimila persone. 

Le parole delle istituzioni

"Non conosco il testo della sentenza e non sono a conoscenza della notizia - così il prefetto di Trieste Valerio Valenti raggiunto telefonicamente dall'autore dell'articolo -. Di conseguenza non posso commentare. Appena avrò contezza dell provvedimento, allora potrò farmi un'idea. Al momento non posso dire nulla". Dal presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, nonché consigliere di ASGI Gianfranco Schiavone arrivano parole dure nei confronti del ministero: "La sentenza certifica il fatto che il Viminale non poteva non sapere che i migranti venissero trasportati coattivamente da un paese all'altro. Tutta la catena di comando era a conoscenza di quello che avveniva. Ora dovrebbero rispondere alla domanda: viviamo in uno stato di diritto oppure no?". 

I numeri del 2020 e di gennaio 2021

Nonostante le riammissioni tra Italia e Slovenia esistano ufficialmente da 24 anni, il fenomeno ha visto un'impennata delle pratiche solamente di recente. I migranti rimandati in Slovenia durante il 2020 sono stati oltre 1300. Secondo i quotidiani rapporti del Dipartimento di Polizia di Capodistria, dall'inizio dell'anno le persone consegnate dalle autorità italiane a quelle slovene sono state dieci. Tra il 7 ed il 20 gennaio sono finiti nuovamente nel vortice della Rotta due cittadini bengalesi, due turchi, due afghani, due persone di nazionalità siriana e due migranti provenienti dal Nepal. 

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