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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nuovo Dpcm: come si decidono le chiusure nelle regioni e perché anche il Fvg è a rischio

Per determinare le zone rosse saranno decisivi la soglia dell'indice di contagio Rt e il numero di posti letto occupati negli ospedali

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che nel nuovo Dpcm, che sarà emanato entro mercoledì 4, ci sarà un nuovo sistema di regole che consentirà di classificare le regioni italiane in tre diversi scenari di rischio, con misure più restrittive a seconda della gravità della situazione.

Zone a rischio

Secondo le ultime indiscrezioni a rischio lockdown totale ci sono Lombardia, Piemonte e Calabria oltre alla Puglia, per tre o più settimane di stretta: per determinare le zone rosse saranno decisivi la soglia dell'indice di contagio Rt e il numero di posti letto occupati negli ospedali. In Fvg l'indice di contagio è proprio 1,5.

Nuovo Dpcm: come si decidono le chiusure nelle regioni

Giuseppe Conte ha spiegato alla Camera la questione dei tre livelli in cui verrà divisa l'Italia in base alla gravità dell'emergenza coronavirus. Uno dei due livelli è nazionale e gli altri due locali. I livelli sono determinati da una serie di parametri elaborati nel documento "Prevenzione e risposta al Covid-19" redatto dall'Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute e condiviso dalla Conferenza delle Regioni il 15 ottobre. Il livello più basso è quello delle regioni che hanno un indice Rt tra 1,25 e 1,5: subiranno le restrizioni a livello nazionale ma non quelle locali. Poi c'è il livello più alto ed è quello in cui l'Rt è superiore a 1,5: Lombardia e Piemonte in prima fila, mentre Calabria, Puglia e Liguria rimangono sotto osservazione. 

Zone ad alto rischio

In queste regioni dovrebbe arrivare il lockdown totale con uscite consentite solo per motivi di lavoro e salute e autocertificazione, mentre per le scuole l'orientamento è di prevedere la Didattica a Distanza alle superiori e, forse, all'ultimo anno delle scuole medie.

Zone a livello intermedio

Poi ci sono le regioni che si trovano a un livello medio. Le peggiori sono Sicilia, Liguria e Campania. Ma la previsione al 26 novembre vede molte Regioni oltre la soglia del 30% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e/o del 40% negli ospedali: Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Bolzano, Trento, Puglia, Sicilia, Umbria.

Indice di contagio Rt

A influire sulle valutazioni ci sarà anche l’indice Rt, quello che stabilisce quante persone vengono contagiate in media in un territorio da una persona positiva al virus: in Friuli Venezia Giulia questo valore è parti a 1,5, condizionato fortemente dalla casistica che riguarda le case di roposo del territorio triestino. Secondo le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, la soglia che segna il confine tra le aree a rischio e non è un indice Rt di 1,5.

Tamponi

Anche la percentuale di tamponi positivi sul numero totale di tamponi effettuati è considerato un parametro significativo per valutare la fascia nella quale inserire una regione. Quello del Friuli Venezia Giulia, rispetto anche alle regioni vicine, è abbastanza basso: il valore è attualmente dell’8,53%.

Le ipotesi

Nelle regioni che rientrano nella cosiddetta zona rossa potrebbero restare aperte solo le industrie e le scuole fino alla prima media e le misure restrittive potrebbero essere: didattica a distanza a partire dalla seconda media; stop alle attività economiche non essenziali; spostamenti con autocertificazione.
Nelle zone intermedie potrebbe essere prevista una serrata per bar e ristoranti, mentre potranno rimanere aperti parrucchieri e centri estetici. Didattica a distanza per le superiori, stop ai musei e coprifuoco alle 21. Nelle zone a basso rischio si ipotizza meno shopping nei weekend musei chiusi, trasporti ridotti. 

Misure restrittive

Altre ipotesi riguardano le misure restrittive sulle quali sta lavorando il Governo: riguardo il coprifuoco si discute sull'orario e in ballo sembrano esserci rimasti due orari: le 21 o le 22. I bar e i ristoranti rimarranno aperti fino alle 18 ma questi ultimi dovranno essere chiusi la domenica a pranzo anche se sarà consentito vendere cibi da asporto. Dovrebbe rimanere in vigore la regola del 4: non più di quattro persone per i bar e non sarà consentito rimanere oltre il tempo strettamente necessario alla consumazione se non si è seduti al tavolo. La capienza sui mezzi pubblici scenderà al 50%, come quella dei treni ad alta velocità. Quasi certa l'entrata in vigore del divieto di spostamento da e per le regioni che hanno un livello di rischio elevato. Vuol dire che non si potrà entrare nelle regioni che sono in lockdown e i residenti non potranno uscire, a meno che non ci siano comprovate esigenze, dunque motivi di lavoro, di salute e di urgenza che devono però essere dimostrati e annotati sul modulo di autocertificazione.

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