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Confartigianato Imprese Fvg in piazza per difendere le realtà colpite dal nuovo Dpcm

Tilatti: «Il Governo dia le norme chiave, lasci al contesto territoriale decidere i provvedimenti più consoni rispetto all’andamento locale della pandemia».

«Siamo in piazza a difesa delle aziende e del lavoro, d’innanzi a questo lockdown mascherato e ingiustificato. Chiediamo al Governo di Roma di tornare sui suoi passi e, fissate regole generali, di lasciare in tempi brevissimi libertà di manovra alle Regioni, affinché possano decidere i provvedimenti anti diffusione Covid in base ai contesti e all’andamento dell’epidemia sul territorio di pertinenza».  Così oggi il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, in piazza Unità a Trieste insieme a Fipe-Confcommercio per difendere settori imprenditoriali che rischiano di rimanere definitivamente schiacciati dai contenuti anti Covid del Dpcm del 25 ottobre, dopo le gravi perdite che hanno subito durante la chiusura forzata della scorsa primavera. Le maggiori criticità derivano dall’imposta chiusura di bar e ristoranti dalle 18 e dalla chiusura dei luoghi di cultura, sport e benessere. Decisioni che coinvolgono quasi 11mila imprese in Friuli Venezia Giulia, di cui 1030 imprese artigiane, senza contare gli effetti sull’indotto. 
«Dove sono i dati che dimostrano che stanno proprio in questi luoghi i centri propagatori del virus?», chiede Tilatti, che sottolinea «l’importanza di adottare misure che siano supportate da dati scientifici e che tengano conto del contesto in cui sono inserite. È assolutamente necessaria che in tempi brevissimi si dia la possibilità di una modulazione dei provvedimenti a livello territoriale, con responsabilità in capo alle Regioni», ha concluso il presidente. 

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