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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sì al primo suicidio assistito in Italia: la soddisfazione dal Friuli

«Pur nell'ignavia di un Parlamento che non ha voluto varare una legge a seguito della vicenda Dj Fabo-Cappato, come invece la Corte Costituzionale aveva richiesto, si sia voluto nel caso in questione estendere la portata di quella sentenza», ha dichiarato Furio Honsell

Suicidio assistito, primo via libera ad un malato italiano: per il comitato etico dell'Asl delle Marche ci sono le condizioni per un uomo tetraplegico di 43 anni.

La storia

Mario, questo il nome di fantasia usato per il 43enne marchigiano, è paralizzato dalle spalle ai piedi da 11 anni a causa di un incidente stradale. Oltre un anno fa, l'uomo ha richiesto all'azienda ospedaliera locale che fossero verificate le sue condizioni di salute per poter accedere ad un farmaco per porre fine alle sue sofferenze, in maniera legale. Questo l'inizio dell'iter previsto in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019 che indica le condizioni di non punibilità dell'aiuto al suicidio assistito. Dopo il diniego dell'Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche (ASUR), una prima e una seconda decisione definitiva del Tribunale di Ancona, due diffide legali all'ASUR Marche, l'uomo ha ottenuto il parere del Comitato etico, che a seguito di verifica delle sue condizioni tramite un gruppo di medici specialisti nominati dall'ASUR Marche, ha confermato che lo stesso possiede i requisiti per l'accesso legale al suicidio assistito. 

La raccolta firme per l'eutanasia legale in Friuli

I pareri dal Friuli

«Esprimo soddisfazione per la notizia che, pur nell'ignavia di un Parlamento che non ha voluto varare una legge a seguito della vicenda Dj Fabo-Cappato, come invece la Corte Costituzionale aveva richiesto, si sia voluto nel caso in questione estendere la portata di quella sentenza». Ha dichiarato Furio Honsell sul via libera da parte della Asl delle Marche al suicidio assistito per un malato tetraplegico. «Questa decisione ha permesso di restituire la dignità ad una persona mettendola nelle condizioni di interrompere la propria sofferenza per una condizione di vita che ritiene disumana». Continua il Consigliere regionale di Open Sinistra FVG. «L'auspicio adesso è che, anche sulla spinta della richiesta di Referendum sulla parziale depenalizzazione dell'"omicidio del consenziente" - alla cui raccolta di firme ho partecipato attivamente - il nostro Paese si possa dotare di una legge che non faccia più dire a nessun cittadino, come dovette dire Beppino Englaro, citando  Sciascia  "Non è la speranza l'ultima a morire ma è morire l'ultima speranza"».

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