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Palestre nell'incertezza: «protocolli rispettati scrupolosamente ma unici a rischio chiusura»

Sale la protesta in Friuli tra istruttori e titolari di palestre, piscine e centri fitness. Da Fagagna parte un appello contro la chiusura: "piuttosto aumentino i controlli"

Misurazione della temperatura, ingressi contingentati, rigidissime norme sanitarie: per frequentare le palestre, in tempo covid, bisogna davvero avere pazienza. Insieme ai cinema e ai teatri sono forse i luoghi non sanitari più monitorati di tutti. Eppure... eppure ancora una volta, insieme alle piscine, sono particolarmente attenzionati dal Comitato tecnico scientifico e dal Governo, tanto da sottoporli a una settimana di attesa, aspettando la decisione se tenerli aperti o chiuderli. Il governo, infatti, ha deciso di dare una settimana di tempo a palestre e piscine per adeguarsi ai protocolli di sicurezza. "Come se non lo stessimo già facendo", è stato il pensiero più o meno di tutti, gestori, istruttori, insegnanti.

«Oltre al fattore fisico del movimento che è fondamentale per la prevenzione, perché avere una buona forma fisica aiuta, c'è da dire che le palestre dopo la riapertura di maggio si sono attenute scrupolosamente alle regole. Le linee guida le abbiamo seguite a discapito delle conseguenze, ovvero costi in più, poter far entrare meno persone e avere meno guadagni», ci racconta Federica Pisu, titolare di Vitality Dance and Fitness di Fagagna.

«Se vogliamo solo guardare il lato economico, dietro la chiusura di una palestra ci sono stipendi, famiglie.. come ci viene garantito che possiamo andare avanti?», si chiede Pisu, che sta raccogliendo adesioni in tutta la regione di operatori del settore preoccupati per quello che potrebbe succedere dalla prossima settimana. 

«Stiamo preparando un appello che da Fagagna è arrivato a Gorizia, Monfalcone, Udine, toccando anche la Bassa friulana coinvolgendo palestre, scuole di danza, istruttori, insegnanti e liberi professionisti senza garanzie. Oltre ad essere stati chiusi due mesi, dalla riapertura abbiamo avuto regole rigidissime da rispettare. Probabilmente non tutti sono stati scrupolosi, ma non possiamo saperlo, quindi se c'è una criticità rispetto al fatto che certi centri non rispettano le regole, piuttosto che chiudere tutto si possono fare più controlli: io non ho mai ricevuto un controllo da maggio», dichiara.

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