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Emergenza Covid 19: serve un provvedimento ad hoc per il mondo del turismo

Bini: "Al lavoro per garantire agli operatori del settore della nostra regione liquidità e sburocratizzazione" 

Prosegue senza sosta, da parte dell'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, l'azione di analisi e approfondimento delle problematiche e delle criticità del settore turistico, uno dei più colpiti dalla crisi causata dalla pandemia.

Oggi l'esponente dell'esecutivo Fedriga ha convocato in videoconferenza da Udine i rappresentanti degli operatori di tutte le realtà turistiche dell'arco costiero del Friuli Venezia Giulia, dalla riviera friulana alla città di Trieste. Lo scopo è stato quello di raccogliere da loro una serie di contributi e proposte, al fine di comporre un provvedimento che possa assicurare rapido ristoro alle attività maggiormente in difficoltà e permettere al turismo del Friuli Venezia Giulia di ripartire con lo sguardo rivolto al futuro. Nell'occasione, l'assessore ha voluto ribadire la delusione provata al termine dell'incontro della Commissione turismo della Conferenza delle Regioni con il Ministro Franceschini, motivata non da un mancato impegno del rappresentante del Governo e dei sui collaboratori, ma dal fatto che il settore turistico - una delle voci principali del Pil italiano - non goda ancora della dovuta considerazione da parte dello Stato.

"Manca ancora - ha affermato Bini - il riconoscimento al comparto della dignità che esso si merita per ciò che rappresenta sia sull'intero territorio nazionale sia in Friuli Venezia Giulia, in termini di introiti e di occupazione". Ai rappresentanti dei Comuni dei poli turistici costieri della regione, dei consorzi e associazioni di operatori, Bini ha ribadito che l'obiettivo dell'Amministrazione è quello di individuare un efficace provvedimento "ad hoc", che garantisca agli operatori la liquidità necessaria per riaprire e proseguire le loro attività nel più breve tempo possibile, affrontando così - con un atteggiamento costruttivo - questo momento critico. La ripartenza infatti andrà gestita nel miglior modo possibile, tenendo conto delle decisioni suggerite al Governo dal Comitato tecnico scientifico nazionale. Altro elemento cardine dell'impegno della Regione, sul quale l'assessore Bini sta lavorando, è inerente la sburocratizzazione delle procedure per l'accesso agli aiuti, alle misure, alle provvidenze che saranno stabilite dalla Regione. 

In premessa l'assessore aveva ribadito che la stagione 2020 sarà certamente diversa da quelle precedenti; le spiagge, ma anche le altre realtà del "paniere turistico" del Friuli Venezia Giulia, dovranno infatti essere messe nelle condizioni di potersi strutturare secondo la nuova priorità che è la sicurezza, favorita dal distanziamento sociale e dalla verifica della salute degli utenti.

Quindi l'esponente dell'esecutivo regionale ha chiarito alcuni aspetti e dubbi sollevati da amministratori e operatori, tra i quali, la possibilità di accedere alle forme di sostegno anche per i gestori di attività soggette a canone di affitto. Bini si è poi soffermato sugli aspetti legati ai canoni demaniali delle spiagge, l'attività delle realtà diportistiche, i problemi delle agenzie turistiche, del commercio, degli esercenti, del mondo della ristorazione come di quello degli alberghi e della ricettività in generale. "Su questi argomenti - ha detto l'assessore alle Attività produttive - le risposte sono affidate al Comitato tecnico scientifico nazionale, che deve stabilire sia le date sia le modalità della riapertura, ma anche i protocolli per la sicurezza da adottare e rispettare, per assicurare la salute degli operatori e, di riflesso, degli utenti".

L'assessore ha concluso l'incontro invitando i rappresentanti delle realtà turistiche della regione a formulare ipotesi e proposte da inviare direttamente al suo staff, perché possano essere prese in considerazione in funzione della predisposizione di azioni concrete,  a sostegno di un settore che versa in grave difficoltà.

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