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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Green pass, si va verso l'obbligo fino a fine marzo

Il Governo pensa di ampliare la durata dell'obbligo della certificazione verde sul posto di lavoro, intanto fioccano i certificati di malattia: in Fvg c'è stata una crescita del 70%

È ormai quasi un certezza che il governo Draghi prorogherà il green pass obbligatorio sul lavoro fino a marzo 2022. L'annuncio di questa decisione dovrebbe arrivare a breve. L'esecutivo spera, con questa mossa, di incentivare le vaccinazioni. Far slittare la scadenza dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022 potrebbe dare la spinta agli indecisi per procedere a farsi inoculare il vaccino, secondo i piani del governo. O scaldare ancora di più gli animi dei no green pass e dei no vax. Ma Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla salute, ha dichiarato, nei giorni scorsi, che la certificazione verde dovrebbe essere l'ultima misura dell'emergenza Covid ad essere tolta. Prima si potranno abbandonare le mascherine al chiuso, il distanziamento e infine il green pass, secondo le sue affermazioni. Sul piatto della bilancia c'è anche la decisione sullo stato di emergenza, che però, secondo la legge, non potrebbe protrarsi per oltre due anni e quindi dovrebbe finire necessariamente a fine febbraio 2022. Intanto c’è da fare i conti con il resto d’Europa dove, a causa dell'aumento dei contagi, si guarda alle decisioni e alla gestione italiana come ad un modello da perseguire.

Il virus corre in Europa

Ma esiste uno zoccolo duro che nemmeno il commissario Francesco Paolo Figliuolo è riuscito a scalfire, nonostante le più rosee previsioni. Il generale punta ad arrivare al 90 per cento dei vaccinati ma, per il momento, la situazione è in stallo.

Certificati di malattia

E ora, come extrema ratio, i lavoratori contrari al green pass si stanno attrezzando con certificati di malattia che, dall'entrata in vigore dell'obbligo di green pass, sono aumentati esponenzialmente. In Friuli Venezia Giulia solo venerdì 22 ottobre sono cresciuti del 70 per cento a fronte di una media nazionale del 18 per cento. Poi ci sono anche i lavoratori che semplicemente sfuggono ai controlli. In base al decreto legge, le segnalazioni di irregolarità devono partire dai datori di lavoro o dai lavoratori, passare per polizia, Asl o Ispettorato per arrivare ai prefetti. Ma finora di tutto questo pare non ci sia traccia.

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