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verità e giustizia / Fiumicello

Processo Regeni: dall'Egitto nessuna risposta dagli imputati

Il gup ha aggiornato il procedimento, che resta sospeso, al prossimo 13 febbraio

Oggi, lunedì 10 ottobre, a Roma si è svolta una nuova udienza del procedimento a carico dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati di aver rapito, torturato e ucciso al Cairo, nel 2016, il ricercatore friulano Giulio Regeni. «Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall'autorità egiziana in merito ai quattro imputati. L'ultima sollecitazione in ordine di tempo risale al 6 ottobre. Gli egiziani non hanno risposto neanche alla richiesta di incontro che la ministra Marta Cartabia aveva chiesto nel gennaio scorso». Queste le parole del capo dipartimento per gli Affari Giustizia, presso il ministero di via Arenula, Nicola Russo, nel corso dell'udienza. Il gup ha aggiornato il procedimento, che resta sospeso, al prossimo 13 febbraio. «Se ce n'era bisogno è emersa ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto», hanno dichiarato i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola Deffendi, al termine dell'udienza. A Roma, infatti, i due erano presenti insieme all'avvocata di famiglia, Alessandra Ballerini, per continuare a chiedere con forza verità e giustizia affiancati dal collettivo  "Giulio siamo noi" che si è ritrovato alle 10 di stamane a piazzale Clodio. «Oggi è emerso anche che la richiesta - hanno aggiunto i genitori - del gennaio 2022 della ministra della Giustizia, Cartabia, di incontrare l'omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti. Auspichiamo in una adeguata reazione di dignità del nostro governo». 

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