rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Sanità pubblica

Covid: "Personale ospedaliero stremato e pazienti a rischio"

Il segretario generale Uil Fpl del Friuli Venezia Giulia, Stefano Bressan, attacca il sistema di "bolle" per la gestione dei pazienti covid

L'impennata estiva dei contagi covid sta mettendo in difficoltà il personale dell'Azienda sanitaria udinese. Almeno questo dichiara il segretario generale Uil Fpl del Friuli Venezia Giulia, Stefano Bressan. "Questo 2022 ci ha riservato un'inattesa impennata di contagi anche nei mesi caldi dell'anno, dove sappiamo che il personale fruisce delle ferie estive e di conseguenza le unità in servizio sono maggiormente contingentate", dichiara.

L'Azienda sanitaria ha adottato un sistema che prevede di gestire i pazienti covid-positivi direttamente all’interno delle strutture coinvolte, confinandoli nelle cosiddette “bolle” covid. Una scelta che Bressan considera "conservativa e molto rischiosa". Per il sindacalista non si può non tener conto che all'interno delle strutture ospedaliere il ventaglio delle casistiche cliniche potrebbe prospettare forme ugualmente acute di covid. Per Bressan, questa "gestione può comportare una maggior diffusione del virus non soltanto fra gli altri pazienti ma anche fra gli operatori sanitari".

Ospedali regionali

Le criticità, secondo quanto riferisce Bressan in una nota, stanno emergendo in tutti i principali ospedali del Friuli centrale, da Tolmezzo a Latisana, passando per San Daniele, Udine e Palmanova. "Attualmente nella Medicina dell’ospedale di Palmanova sono ricoverati oltre 16 pazienti positivi, mentre registrano numeri ancor più agghiaccianti le Medicine di Udine nelle quali si contano stabilmente fra i 20 e 22 pazienti positivi a reparto, ovvero più della metà dei posti letto complessivi".

Criticità

"Come sempre a farne le spese sono gli operatori coinvolti, i quali, oltre a lavorare sotto organico e fronteggiare le continue assenze da contagio, sono chiamati ad assistere sia pazienti-covid che pazienti “sani” durante lo stesso turno di servizio, richiedendo un affannoso processo di vestizione/svestizione per non contaminare le altre stanze". Sforzi, a detta di Bressan, inutili perché "le strutture non sono pensate per essere suddivise internamente e non garantiscono adeguato isolamento, dove abbiamo forti dubbi sull’idoneità degli spazi per il cambio divisa. Paradossalmente, anche se venissero garantiti spazi più isolati emergerebbe un problema di sorveglianza del paziente, sarebbe come un cane che si morde la cosa".

Per il sindacalista questo, però, non è l'unico problema che emerge. "Le pesanti difficoltà e fatiche cui sono sottoposti i dipendenti aumentano i rischi nel mantenere alta l’attenzione e garantire un’elevata efficienza operativa. A tal proposito la Uil Fpl ha raccolto innumerevoli segnalazioni di lavoratori che presentano forme di burnout (logoramento psico-fisico), esponendoli a grossi rischi professionali per la ridotta tutela dei pazienti e tutto questo sfocia nelle dimissioni volontarie che sono esplose in tempo di pandemia".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid: "Personale ospedaliero stremato e pazienti a rischio"

UdineToday è in caricamento