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Mafia in Friuli, il riciclaggio è il reato più temuto

De Nicolo: "Qui c'è un fiorente interscambio economico e fare affari può essere facile per le organizzazioni criminali"

In Friuli Venezia Giulia "non ci sono basi radicate di 'ndrangheta, mafia o camorra. La criminalità organizzata ha però un forte interesse a immettere denari di provenienza illecita nel circuito legale. Qui c'è un fiorente interscambio economico e fare affari può essere facile: il riciclaggio è il reato che temiamo di più. E in questo senso preoccupa la criminalità cinese che fa uno smaccato uso di contanti e ha interesse a muoverli". Lo ha detto oggi Antonio De Nicolo, procuratore capo di Trieste, durante il seminario di formazione organizzato a Udine dall'Osservatorio regionale antimafia, al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.

"In regione – ha proseguito De Nicolo, al vertice della Direzione distrettuale antimafia dopo l'esperienza alla guida della Procura di Udine – tendenzialmente non si spara, ma da tempo le mafie hanno capito che è meglio entrare nei circuiti economici legali. Lo scenario post pandemia potrebbe indurre la criminalità organizzata a penetrare nell'economia legale anche approfittando delle agevolazioni concesse alle aziende che hanno subìto perdite. Oppure prestando denaro ad imprenditori in difficoltà, non solo con la formula del prestito che può diventare usura, ma anche con la mossa ancor più subdola dell'ingresso nel capitale sociale".

"Questa iniziativa – ha commentato Zanin – conferma che si può già tracciare un bilancio positivo sul varo dell'Osservatorio regionale antimafia, sia per le azioni messe in campo sia per il suo ruolo di cabina di regia. Fu un'intuizione positiva del legislatore anche la scelta di affidarsi a tecnici ed esperti, nella logica della prevenzione che è meglio della cura".
 

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