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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Cresce il numero delle morti sul lavoro: in regione si parla di vera e propria emergenza

Villiam Pezzetta, segretario generale Cgil: «Sul numero record di vittime ha inciso la pandemia, ma cresce il deficit di prevenzione»

Si alzano i numeri di quella che sta diventando a tutti gli effetti un'emergenza, ovvero infortuni e morti sul lavoro in Friuli Venezia Giulia. Il 2021 si è chiuso con 32 morti, ma lo conferma anche l’aumento dei casi totali denunciati nei primi tre mesi del 2022, in crescita del 12% rispetto al 2021. A segnalarlo, sulla base dei dati Inail, è la Cgil regionale. «Una fase di ripresa – commenta il segretario generale Villiam Pezzetta – che sembra aver accentuato una recrudescenza dell’andamento infortunistico in atto già da diversi anni». 

Morti bianche

Le 32 morti sul lavoro del 2021 sono il dato più scioccante. Ripercorrendo a ritroso le serie storiche dell’Inail, bisogna risalire addirittura al 2001 per trovare un numero più alto, con 38 vittime. Se sul bilancio incide in modo rilevante la pandemia, con 9 casi mortali ricondotti a causa Covid, anche al netto di quei 9 decessi il 2021 si è chiuso con un bilancio pesante: 23 vittime, 2 in più rispetto al 2020 (21 morti, più altri 4 per causa Covid, per un totale di 25) e al 2019 (sempre 21 morti). «Ma non è nostra intenzione – spiega Pezzetta – far leva soltanto sulla drammaticità dei numeri, perché ogni morte sul lavoro è evitabile e può, deve essere evitata. Ce lo ha ricordato il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa, salendo a Udine per ricordare Lorenzo Parelli, morto al suo ultimo giorno di alternanza scuola lavoro. Una tragedia che ci ha lasciato scioccati per l’età di Lorenzo e perché si trattava di uno studente, ma dalla dinamica simile a quella di tanti altri incidenti che continuano a funestare i luoghi di lavoro. Il forte incremento di casi che ha segnato questo inizio di 2022 ci fa pensare, però, che all’emotività non segua alcun impegno concreto e che il deficit di prevenzione e sicurezza continui a crescere».

I casi moltiplicati

Sono 4.447, secondo i dati provvisori dell’Inail, i casi di infortunio denunciati in Friuli Venezia Giulia nei primi tre mesi del 2022, quasi 500 in più rispetto al 2021. In calo invece i casi mortali: l’Inail finora ne ha registrato 1, contro i 2 del primo trimestre 2021, ma è un dato da considerare provvisorio, perché spesso gli infortuni vengono definiti con settimane e mesi di ritardo. È così anche per molti infortuni legati a contagi Covid contratti sul lavoro: in regione se ne sono contati finora 5.653: 3.426 nel 2020, 1.515 nel 2021 e 712 nel 2022. Tredici quelli con decorso mortale, di cui 4 nel 2020 e 9 nel 2021. «Va comunque rilevato – commenta Pezzetta – che i contagi sul lavoro, 245mila a livello nazionale e 5.600 in regione, sono soltanto l’1,5% dei casi Covid complessivi e che nel 2021, nonostante il forte impatto della seconda e della terza ondata, il numero dei contagiati è sceso sensibilmente. Segno che hanno funzionato sia i vaccini sia i protocolli Covid sui luoghi di lavoro, la cui applicazione è stata opportunamente estesa fino a giugno».

Le proposte

Per contrastare la crescita degli infortuni, Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato da un anno una piattaforma rivendicativa con un’articolata serie di richieste volte a rafforzare la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro. «Un programma pluriennale sulla sicurezza – elenca Pezzetta – con finanziamenti mirati del Pnrr e di altri fondi europei e nazionali, nuovi e più severi requisiti legati alla sicurezza per l’accesso alle gare d’appalto, sostegni e incentivi alle imprese, con l’introduzione di una patente a punti sulla sicurezza, il potenziamento della formazione per i lavoratori e l’introduzione di obblighi formativi anche a carico degli imprenditori, cosa incredibilmente non prevista oggi anche in settori sensibili come l’edilizia, un maggiore impulso al ruolo dei rappresentanti sindacali per la sicurezza, Rls e Rlst, una maggiore vigilanza nelle imprese, il divieto di pratiche come gli appalti al massimo ribasso, che favoriscono l’elusione delle norme, comprese quelle sulla sicurezza». Richieste e obiettivi che possono trovare ascolto e applicazione anche a livello regionale, «in primis – conclude Pezzetta – per quanto riguarda la vigilanza sui luoghi di lavoro, con un intervento mirato di potenziamento del personale di servizio nelle unità ispettive delle Aziende sanitarie, oggi fortemente sotto organico».

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