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Martedì, 19 Marzo 2024
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Invasione di arvicole in Carnia e casi di Hantavirus oltre confine: cosa c'è da sapere

La popolazione di questi piccoli roditori e portatori di questo virus è aumentata e dall'inizio dell'anno tra Slovenia e Croazia si sono registrati oltre 100 casi di contagio

La situazione è sotto controllo ma dall'inizio dell'anno i casi registrati in Slovenia sono circa un centinaio e nella zona del Gorski Kotar in Croazia sono più o meno una ventina. Da qualche settimana, gli escursionisti residenti in regione ma sempre attenti a ciò che succede oltre il confine, hanno iniziato ad interrogarsi sulla presenza di alcuni focolai di Hantavirus, agente virale che può essere trasmesso all'uomo (con gravi conseguenze per la sua salute ndr) dai topi selvatici e dalle arvicole, piccoli roditori la cui presenza nei boschi di casa "nostra", quest'anno, è aumentata in maniera significativa. Le istituzioni scientifiche dei due vicini Paesi tengono sott'occhio la situazione e, sia Lubiana che Zagabria, hanno lanciato alcuni avvisi per informare la popolazione in merito alla pericolosità che questo virus possiede nei confronti dell'uomo. L'Hantavirus può portare ad una nefropatia epidemica, vale a dire febbre emorragica con sindrome renale. 

Invasione di topolini in Carnia

Roditori in aumento nelle foreste oltre confine ma anche in quelle del Fvg

I primi interrogativi sia degli addetti ai lavori che dai fedelissimi escursionisti sono giunti in relazione al grande numero di roditori avvistati nelle foreste slovene e croate, ma anche in quelle dell'arco alpino regionale (come ad esempio nei pressi della val Resia o di Villa Santina). Il virus in questione viene infatti trasmesso dalle arvicole nel caso in cui l'uomo entri in contatto con gli escrementi o la saliva di questo micromammifero. Senza accorgersene, si può rischiare di toccarsi la bocca o gli occhi e quindi, rimanere vittime del contagio. L'Hantavirus è infatti pericoloso per l'uomo ma, fortunatamente, non ha la capacità di contagio per via aerea e, quindi, non è considerato contagioso tra uomini. 

Perché sono aumentati? I quattro fattori decisivi

La popolazione di questi piccoli roditori nelle foreste regionali e in quelle oltre confine è in aumento in virtù di quattro fattori principali. "L'iperproduzione di ghiande di querce e di faggiole (i frutti del faggio ndr) avvenuta nel 2020 - spiega il naturalista triestino Nicola Bressi - ha portato alla presenza di cibo in abbondanza per le arvicole. L'inverno è stato molto nevoso e quindi gli esemplari di questa specie, che si riproducono tutto l'anno, si sono potuti nascondere facilmente sotto la neve, sopravvivendo alle rigide temperature; inoltre, la specie ha avuto un picco di riproduzione naturale, nel senso che a seconda dell'anno in questione ne nascono di più o di meno. Infine la diminuzione dei predatori come i rapaci o i serpenti ha lasciato, diciamo così, campo libero alla loro diffusione". Se sommati, questi fattori hanno fatto sì che la popolazione di arvicole sia a tutti gli effetti cresciuta a dismisura. 

Nessun caso in Italia

In Italia non sembrano essersi registrati casi di Hantavirus ma una precauzione particolare va ulteriormente considerata nella nostra regione, anche alla luce della possibilità di muoversi liberamente, per gli italiani che vivono sul confine, nei 60 chilometri in territorio sloveno alle spalle della frontiera orientale. La maggior parte dei casi registrati in Slovenia riguarda la zona sud-orientale del Paese, mentre sono nove quelli registrati nella Primorsko-Notrajnska e uno nella zona del Litorale. Secondo gli esperti tra qualche mese dovrebbe rientrare tutto nella norma e non ci sarà più da preoccuparsi.

Gli avvisi nella zona di Tarnova

Un'altra area della Slovenia interessata dai casi è quella della foresta di Tarnova ed il comune di Ajdovscina ha diffuso un avviso pubblico riprendendo le raccomandazioni dell'Istituto Nazionale di Salute Pubblica che sostiene il fatto che l'Hantavirus sia "una malattia grave con gravi conseguenze per la salute umana. Chiediamo a tutti i locali della zona di stare più attenti". Ad essersi ammalati sono alcuni tagliaboschi e lavoratori che operano nella zona di Predmeja. "Si consiglia cautela nell'eseguire qualsiasi attività esterna - così il Comune - di disinfettare le aree dove sono presenti escrementi o topi morti, utilizzare una mascherina". 

"La febbre del topo: i sintomi"

I sintomi comuni di quella che viene definita "febbre del topo" sono febbre alta, brividi, forte mal di testa, forte dolore nella regione lombare e nell'addome. Un particolare dolore può essere accusato anche nel movimento dei bulbi oculari. Inoltre, la colorazione del viso della persona colpita dal virus assume le tipiche caratteristiche prodotte da un'ustione". Sempre secondo quanto riporta l'INSP sloveno "la malattia viene trasmessa dai roditori all'uomo attraverso l'inalazione di virus presenti nelle secrezioni dei roditori". Insomma, una zoonosi che provoca l'ormai celebre "salto di specie" che tutto il mondo ha imparato, suo malgrado, a conoscere durante i lunghissimi mesi caratterizzati dalla pandemia da Sars-Cov-2. 

Le raccomandazioni

Per concludere, tra le indicazioni per i residenti a ridosso delle zone boschive va segnalata l'inopportunità di lasciare rifiuti domestici all’aperto ed il loro deposito in contenitori ben chiusi. Periodiche disinfestazioni o derattizzazione sono assolutamente necessarie. Per quanto riguarda invece le escursioni in bosco (e vale anche e soprattutto per i corregionali che nelle prossime settimane decideranno di effettuare una gita nei boschi) è cosa buona e giusta disinfettare bene sia il vestiario che le mani. Nonostante l'ultimo aggiornamento sul sito del ministero della Salute italiano sia datato gennaio 2019, in quella sezione si possono trovare dei consigli utili per contrastare l'Hantavirus.  "Se compaiono sintomi compatibili con un’infezione rivolgiti immediatamente al medico, e informa il medico del tuo viaggio se dovessero insorgere dopo il tuo ritorno a casa. Il rischio di infezione può permanere dopo l’eliminazione dei roditori, perché alcuni hantavirus sono molto resistenti nell’ambiente". 

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