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Green pass, mascherine, quarantene: cosa cambia dal primo aprile

Al via il primo allentamento delle misure per contrastare l'epidemia di Covid 19 che, per mesi, hanno condizionato la vita dei cittadini italiani

Dal primo di aprile, e non è un pesce d’aprile, cambiano le regole sulle misure per affrontare il virus Covid 19. Sta per iniziare il vero addio alle restrizioni che per tanti mesi hanno accompagnato la vita quotidiana di decine di milioni di persone. I colori delle regioni hanno i giorni contati. Da oggi, lunedì 28 marzo, in ogni caso tutte le regioni sono in zona bianca. In realtà solo la Sardegna era ancora in zona gialla fino a ieri. Da venerdì primo aprile il sistema a fasce - che ci accompagna dall’autunno di due anni fa - verrà abolito.

Green Pass e Super Green Pass: le regole fino al primo maggio

Il Green Pass "normale", quello che si ottiene con un tampone antigenico o molecolare negativo oppure dopo la guarigione, dal primo aprile non servirà più all'aperto. Nessun controllo nei plateatici di bar e ristoranti. Il certificato servirà invece ancora sugli aerei, treni a lunga percorrenza, navi e pullman che si spostano da una regione all'altra. Accesso libero nel trasporto pubblico locale su tram, autobus e metropolitana.

Il Super Green Pass, il certificato rafforzato che si ottiene se guariti da non più di sei mesi e se si è in regola con le vaccinazioni, fino al primo maggio a qualcosa servirà ancora. Serve infatti per consumare al bar seduti al chiuso o al ristorante al chiuso, ma non quelli dentro gli alberghi, dove si alloggia senza alcun pass. Il Super Green Pass dal 1 al 30 aprile è necessario in tutta Italia per andare in palestra, piscina, centri benessere, per svolgere attività sportive al chiuso, per partecipare a convegni e congressi, per frequentare centri ricreativi, per le serate in discoteca. Sarà richiesto fino a fine 2022 per entrare in ospedali e Rsa.

Dal primo maggio non servirà più Green Pass per mangiare nelle mense, per i concorsi pubblici, per i corsi di formazione, per i colloqui con i detenuti e per gli stadi che dal prossimo weekend tornano finalmente a piena capienza o per tutti gli altri eventi sportivi all'aperto.

Quarantena e mascherine: cosa cambia da venerdì

Chi è positivo al Covid deve stare in quarantena. Dopo i rumors che interpretavano un comma dell’articolo 4 del decreto come un allentamento della misura, è intervenuto direttamente il ministro della Salute Roberto Speranza proprio in queste ultime ore precisando che non c'è lo "sconto" sulla quarantena dei positivi al Covid. Regole e tempi restano invariati anche dopo la fine dello stato di emergenza il 31 marzo. Dagli uffici del ministero sottolineano come al comma 3 dello stesso articolo si faccia riferimento alla "circolare del ministero della Salute con cui sono definite le modalità attuative dei commi 1 e 2". Si tratta della circolare a firma del direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza del 4 febbraio, in cui appunto si specifica che "per i non vaccinati o i vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da più di 120 giorni e per i guariti da più di 120 giorni l'isolamento dura 10 giorni con un test antigenico o molecolare negativo alla fine del periodo". Invece "per i vaccinati con terza dose booster o che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni e per guariti da meno di 120 giorni l'isolamento dura 7 giorni", sempre con tampone negativo alla fine. 

Da venerdì l'unica novità riguarda i cosiddetti contatti stretti di positivi al Covid, che non dovranno più mettersi in quarantena: senza fare distinzioni tra chi ha fatto una, due, tre o nessuna dose, il decreto prevede che per tutti scatti solo l'autosorveglianza. Che consiste nel portare per dieci giorni la mascherina Ffp2 al chiuso e anche all'aperto in caso assembramenti. Alla prima comparsa dei sintomi bisogna, comunque, fare il tampone e ripeterlo dopo cinque giorni se si è ancora sintomatici. Molto è lasciato alla responsabilità dei singoli cittadini.

Mascherine

Al chiuso bisogna indossarle fino al 30 aprile. È possibile, ma non assicurato, che dal primo maggio non saranno più obbligatorie nei luoghin chiusi. Si vedrà nella seconda metà di aprile. Intanto fino al weekend della Festa dei lavoratori restano obbligatorie le Ffp2 nei luoghi più a rischio: vanno indossate in aereo, nave, treno (non nei regionali, dove bastano quelle chirurgiche o altre), autobus, metro, pullman, funivie, cabinovie e seggiovie coperte. A scuola, nei bar e nei ristoranti basta la mascherina chirurgica. Sul luogo di lavoro serve la mascherina solo se non si può rispettare il metro di distanza dai colleghi. Niente mascherine per i bambini fino a sei anni, i fragili, gli accompagnatori dei disabili. Niente mascherina quando si balla in discoteca o quando si fa attività sportiva. 

Le novità sull'obbligo vaccinale e la scuola

Capitolo obbligo vaccinale: per tutti i lavoratori della sanità, compresi quelli delle Rsa, l'obbligo vaccinale è prorogato fino al 31 dicembre. La guarigione da adesso varrà come la vaccinazione, come previsto per il resto della popolazione. Senza vaccino si resta a casa con lo stipendio sospeso. Per il personale della scuola, militari e forze dell'ordine, l'obbligo durerà invece fino al 15 giugno, ma potranno nel frattempo prestare servizio con il Green Pass semplice, ossia facendo il tampone rapido ogni due giorni, rischiando soltanto la multa da 100 euro. Stesso discorso per gli over 50, che dal 15 giugno potranno tornare al lavorare con il Green Pass base.

Novità anche per la scuola: per i due mesi e mezzo che mancano fino alla fine dell'anno scolastico, dal primo di aprile, la Dad va in soffitta. Non scatta più per le scuole di ogni ordine e grado, perché a casa resterà soltanto chi è positivo al Covid e chi ha sintomi respiratori o una temperatura superiore a 37,5°. Positivi e sintomatici potranno però seguire le lezioni da remoto se un certificato medico attesterà che sono nelle condizioni di farlo. Tutti i contatti stretti di un positivo, anche se non vaccinati, continueranno in presenza, ma se i contagi in classe dovessero essere 4 o più, dalle mascherine chirurgiche si dovrà passare alle Ffp2. Via alle gite scolastiche.

I prof senza vaccino rientrano a scuola ma di fatto non possono insegnare. Una sorta di vacanza pagata: infatti non potranno essere mandati dai dirigenti scolastici a lavorare in segreteria perché sarebbe un demansionamento, e nemmeno in biblioteca, visto che anche lì vanno i ragazzi. Potrebbero arrivare chiarimenti dal ministero a breve su questo specifico punto.

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