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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Udine è stato l'avamposto dei diritti umani e civili. Negare il patrocinio al Pride è avallare l'omolesbotransfobia"

L'ex sindaco di Udine Furio Honsell è stato l'unico primo cittadino di capoluogo a concedere il patrocinio alle manifestazioni del Fvg Pride

Udine luogo di diritti civili. Definizione della quale la nostra città si è vantata per anni, dalla battaglia di Loris Fortuna per il divorzio alla vicenda umana di Eluana Englaro. L'ultima volta che un sindaco si è espresso apertamente in questo senso risale però al 2017, in occasione del primissimo Pride del Friuli Venezia Giulia, che si è svolto proprio a Udine. Davanti a 7mila persone in piazza Libertà parlò l'allora primo cittadino Furio Honsell, con un discorso che animò non poco i e le presenti, tra cui moltissime persone incuriosite. «La libertà o è la libertà per tutti, oppure non è la libertà per nessuno», furono le parole di esordio di un discorso fatto a braccio. «Vi ringrazio per essere venuti qui a Udine da tanti comuni per renderla autenticamente piazza delle Libertà, oggi, con il vostro bisogno di libertà». Parole che oggi non si ascoltano da nessun pulpito istituzionale, in regione, che sicuramente non sono state pronunciate dai sindaci di Trieste e Gorizia in occasione delle parate regionali organizzate rispettivamente nel 2019 e nel 2021, e che non troveranno eco nemmeno nei discorsi di Alessandro Ciriani, primo cittadino di Pordenone, che ospiterà la prossima edizione della manifestazione, il 10 giugno 2023. Lo stesso ha già dichiarato infatti di considerare il Pride «uno show dal carattere politico» e per questo di negare fin da ora il patrocinio, nonostante questo non sia nemmeno ancora stato richiesto.

Per la quarta volta torna il Pride in Friuli Venezia Giulia

«Sono sempre impegnato in questo senso - ci ha dichiarato Honsell - sia per la storia della lotta di Liberazione, sia per i valori che ha sempre espresso questa città e che sempre ho fatto miei. Quella volta è stato naturale accogliere le istanze di questa parte di cittadinanza, superfluo dire che lo rifarei ancora». A oggi, da quel 2017, sono stati tanti i Comuni e le istituzioni regionali a concedere il patrocinio che, ricordiamolo, rappresenta una forma di riconoscimento con cui l'amministrazione comunale esprime la sua simbolica adesione a un'iniziativa ritenuta meritevole. Tanti Comuni, ma tra i capoluoghi ospitanti solo Udine. «Negare il patrocinio a una manifestazione nata per richiedere una tutela nei confronti di persone che ancora oggi sono costantemente vittime di violenza e intolleranza, è avallare l'omolesbotransfobia o, quanto meno, non volersi opporre». Secondo Honsell, il rifiuto da parte dell'amministrazione comunale di Pordenone a concedere il patrocinio «è la chiara indicazione che il tema dei diritti non è nell'agenda della destra, il cui pensiero è ancora quello di poter sopraffare chi lotta per rivendicare i suoi diritti». Da anni l'Unione europea chiede che venga varata una legge contro l'omolesbotransfobia anche in Italia, ma per l'attuale consigliere regionale di Open sinistra Fvg «questa è evidentemente ancora ben radicata nelle forze politiche di destra oggi al potere». Una considerazione, quella dell'ex primo cittadino udinese, che non lascia spazio alle interpretazioni. «Udine è sempre stata la città dove i diritti umani e civili erano posti come premessa, ma è evidente che non è più così», dichiara. Già in occasione della parata di Udine, Honsell aveva espresso il suo pensiero rispetto alle critiche di chi considerava questa manifestazione una "carnevalata", per usare un termine abusato tra i commenti che ignorano l'origine del corteo. «Tanti, prima della manifestazione, pensavano questa fosse solo una festa, e sì, è stata una grande festa dell'amore e della libertà, ma dietro alla quale ci sono anni, decenni, secoli di sofferenza e di dolore di persone che non hanno potuto essere loro stesse, di persone che sono state perseguitate, di persone che state uccise», è uno dei passaggi del discorso di allora. 

Unica altra voce della politica regionale a commentare negativamente la scelta di Ciriani, Alessandro Maran candidato alla presidenza della Regione Fvg per il Terzo Polo. «È sorprendente leggere nel 2023 ancora giustificazioni da parte delle istituzioni che decidono di negare il patrocinio al Pride, che non trovano nessun fondamento reale o concreto. Riteniamo quindi sbagliata la scelta del sindaco Ciriani di non concedere il patrocinio comunale al Fvg Pride, perché delegittima il desiderio di un segmento di società di sentirsi libero di potersi esprimersi e di essere orgogliosi di ciò che si è. Perché il sindaco prima dichiara che la città sarà aperta, libera e ospitale, però poi trae conclusioni diverse non riconoscendo l’alto valore sociale, civile e culturale della manifestazione? Inspiegabile».

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