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Martedì, 23 Aprile 2024
emergenza idrica

Non piove più, le falde sono ai minimi storici: è emergenza idrica in Friuli Venezia Giulia

Il 2023 eredita un 2022 di scarsa piovosità (40% di deficit idrico); se gli scorsi mesi di dicembre e gennaio risultano in linea, dal 24 gennaio scorso si registrano di fatto 40 giorni di secca

Persiste e non accenna a dare segnali di miglioramento l'emergenza idrica anche in Friuli Venezia Giulia e, in generale, nelle regioni del Nord Italia, dovuta alla siccità e alla mancanza di pioggia. Alcune azioni strutturali sono già state messe in atto lo scorso anno e adesso si continua a lavorare per individuare tutte le soluzioni possibili per contenere la criticità attraverso un dialogo costante con tutti i soggetti coinvolti: i consorzi di bonifica, i gestori idrici e anche il cittadino.

Monitoraggio

L'intenzione è di attivare un monitoraggio settimanale e valutare un possibile intervento di regolazione delle derivazioni concesse. Il 2023 eredita un 2022 di scarsa piovosità (40% di deficit idrico); se gli scorsi mesi di dicembre e gennaio risultano in linea - nella media di precipitazioni -, dal 24 gennaio scorso si registrano di fatto 40 giorni di secca; la neve è scarsa, le falde si sono abbassate e sono ai minimi storici registrabili. È da 15 mesi, inoltre, che le piogge cumulate risultano sotto la media climatica. Un "conto corrente in rosso" pertanto, quello che si eredita dal 2022, aggravato da una scarsa piovosità nei due primi mesi di quest'anno, con un cuneo salino dell'acqua dei fiumi che ha raggiunto il massimo storico (misurato dal 1990). Nei prossimi tre mesi ci sarà quindi una forte attenzione sui fenomeni di piovosità; il quadro resta suscettibile di variazioni, in seno a una mutazione climatica globale connotata da eventi imprevisti e improvvisi, sia in ambito siccitoso che di massiccia piovosità.

Azioni

Una buona notizia per la nostra regione arriva da Edison, che ha comunicato la disponibilità di mantenere in invaso 9 milioni di metri cubi d'acqua in più, a seguito del fermo impianti. A fronte dello stato di emergenza siccità dichiarato lo scorso anno e prorogato fino al 31 dicembre 2023, il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha stanziato per la nostra Regione 4,2 milioni di euro grazie ai quali è stato approvato un piano di interventi urgenti condiviso coi gestori della rete idropotabile, cui si sono aggiunte di recente nuove risorse per realizzare altre opere finalizzate a contenere gli effetti della siccità e ad aumentare la resilienza del territorio. Si sta lavorando alla realizzazione di un masterplan per individuare gli interventi maggiormente necessari, sulle segnalazioni che giungeranno entro marzo dai gestori idrici. Altrettanto importante sarà "spingere", in ambito agricoltura, sui sistemi di irrigazione di ultima generazione - a micro-irrigazione, con risparmio notevole del bene -, già in larga parte attivati per gli impianti frutticoli, uva e orticoli afferenti l'asta del Meduna. Si è inoltre convenuto di valutare l'adozione di misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari, di promuovere campagne di informazione per l'uso accorto della risorsa idrica, anche finalizzata a rendere gli operatori agricoli consapevoli del possibile rischio di aggravamento dei problemi di carenza idrica nei periodi di più intensa attività irrigua, nel caso in cui, a fronte del graduale esaurirsi delle risorse accumulate nei serbatoi dell'area montana, non si verificassero significative precipitazioni. Nella prospettiva dell'inizio della stagione irrigua si promuoverà, dove possibile, l'utilizzo del "consiglio irriguo", funzionale a razionalizzare l'uso delle risorse idriche superficiali e sotterranee. Saranno rafforzati i piani di emergenza per l'approvvigionamento potabile: interconnessione delle reti, approvvigionamento con autobotti e interventi per la riduzione delle perdite. 

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