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Parità di genere nei vertici delle aziende sanitarie: il Fvg non ne esce affatto bene

Nonostante nella sanità le donne siano da alcuni anni più degli uomini, le posizioni di vertice delle aziende sanitarie e ospedaliere sono ancora in gran parte occupate da uomini: la ricerca della fondazione Openpolis

La fondazione Openpolis ha come obiettivo quello di raccogliere dati per fotografare il mondo e la società in cui viviamo: da diversi anni promuove iniziative che riguardano differenti tematiche e settori di intervento. Uno dei focus più recenti è stato quello di identificare la portata delle disparità di genere nei diversi ambiti lavorativi. 

La ricerca

Secondo quanto riporta il sito, "la disparità di genere è un fenomeno ancora molto presente in Italia sia in termini salariali che di possibilità di carriera. Un tema che riguarda moltissimi settori e tra questi anche quello sanitario. Infatti, nonostante da alcuni anni le donne siano la maggioranza dei medici in attività professionale, le posizioni di vertice nelle aziende sanitarie locali sono ancora per la maggior parte ricoperte da uomini". Il dato riportato da Openpolis è: 54% le donne tra gli iscritti all’ordine dei medici con meno di 65 anni di età.

Le regioni

Anche in ambito sanitario, l’Italia si differenzia molto a seconda delle regioni rispetto alla disparità di genere. In molti contesti infatti sono solo gli uomini a ricoprire gli incarichi di vertice, ma esistono anche rari casi in cui il numero di donne al vertice delle aziende sanitarie supera quello degli uomini.
In tutti i vertici aziendali di delle aziende sanitarie e ospedaliere, devono essere presenti un direttore o una direttrice generale, un direttore o una direttrice sanitario/a e un direttore o una direttrice amministrativo/a. In alcuni casi previsti da norme nazionali e regionali al posto del direttore o della direttrice generale può essere temporaneamente nominato un commissario o una commissaria.

Per Openpolis, considerate complessivamente le donne che ricoprono questo tipo di ruolo sono poco meno di 1/3 (30,66%). Questo dato tuttavia si riduce se vengono presi in considerazione i ruoli in assoluto più importanti. Infatti, se per gli incarichi di direttore o direttrice amministrativo/a si arriva al 37,5% e per quelli di direttore o direttrice sanitario/a al 34,7%, solo il 20,3% dei ruoli da direttrice generale è ricoperto da una donna. In generale, solo 1 donna su 5 ricopre l’incarico di direttrice generale nelle aziende sanitarie locali o nelle aziende ospedaliere. La percentuale si riduce poi ulteriormente (18,8%) se si guarda ai commissari straordinari (ad esclusione dei commissari prefettizi). Pur nel quadro di un ordinamento giuridico comune, le aziende sanitarie e ospedaliere si differenziano anche significativamente nelle diverse regioni italiane. A partire dagli anni ’90 infatti (d.lgs. 502/1992) è proprio alle regioni che sono state attribuite la maggior parte delle competenze in materia sanitaria. 

I dati

Se si analizzano nell’insieme i vertici aziendali risulta che il Lazio è l’unica regione in cui si registra una maggioranza di donne in posizione di vertice (57,14%). Al secondo posto si trova l'Emilia Romagna (40,6%) mentre altre 9 regioni si trovano in una forbice compresa tra il 29% e il 39%. Solo 1 regione su 20 annovera donne che ricoprono la maggioranza dei ruoli di vertice nelle aziende sanitarie e ospedaliere. In Friuli Venezia Giulia, su 9 posti da dirigente, solo uno è occupato da una donna: la nostra regione è in fondo alla classifica, peggio ci sono Abruzzo, Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta con nessuna donna ai vertici aziendali.
I ruoli da direttore o direttrice generale o commissario/a straordinario/a sono quelli dove è meno frequente trovare figure femminili: le Marche sono la regione italiana con la quota maggiore di direttrici generali (66,67%). Al secondo posto il Lazio, unica altra regione in cui questa quota supera la metà (53,85%).
In 6 regioni (Basilicata, Sardegna, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Piemonte) questo dato è compreso tra un 1/5 e 1/3. Ancora più bassa invece la quota di donne direttrici generali in Lombardia (17,14%), Campania (12,50%) e Sicilia (7,69%). Quanto alle altre 9 regioni, tra cui il Friuli Venezia Giulia, nessuna donna risulta ricoprire questo incarico.
Rispetto alle regioni in cui nessuna donna ricopre questo incarico, bisogna specificare che nei casi di Molise e Valle d'Aosta esiste un'unica azienda sanitaria, mentre in Trentino-Alto Adige, ad oggi, solo in una delle due aziende sanitarie il direttore generale è in carica in via ordinaria. Considerando invece le regioni in cui il numero di aziende sanitarie sono di più, la completa assenza di donne con il titolo di direttore generale appare via via meno giustificabile, come nel caso del Friuli Venezia Giulia.

FONTE: openpolis, febbraio 2022


 

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