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La stretta di Draghi: ancora restrizioni per gli spostamenti e visite ad amici e parenti

Il provvedimento è stato approvato dal consiglio dei ministri. Confermato il blocco alla mobilità, cancellata la deroga che consente di andare a trovare amici e parenti nelle aree soggette a maggiori restrizioni

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri, lunedì 22 febbraio, il nuovo decreto anti-Covid che proroga il blocco degli spostamenti tra regioni fino al 27 marzo 2021. Il provvedimento contiene anche un'importante novità che riguarda le aree soggette a maggiori restrizioni: nelle zone rosse non varrà più la regole della visita concessa una volta al giorno a due adulti con figli minori di 14 anni, valida invece per le zone gialle e arancioni. Insomma, nelle aree di colore rosso il lockdown sarà ancora più rigido. 

Le novità principali 

La principale novità riguarda il blocco degli spostamenti tra le regioni (anche in fascia gialla) prorogato fino al 27 marzo. Ci sarà anche la limitazione delle visite nelle case private in zona rossa: non varrà più la regole della visita concessa una volta al giorno a due adulti con figli minori di 14 anni, anche tra congiunti.  Per quanto riguarda il blocco alla circolazione tra le regioni, resteranno valide alcune deroghe: ci si potrà dunque spostare per esigenze lavorative, motivi di salute, situazioni di necessità o per far rientro presso la propria residenza, domicilio o abitazione. Sarà comunque sempre necessario compilare l'autocertificazione. 

Il nuovo decreto introduce invece una nuova stretta per la visita ad amici e parenti. Il decreto legge del 14 gennaio scorso, in vigore fino al 5 marzo 2021, consentiva gli spostamenti verso una sola  abitazione privata abitata, una volta al giorno in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, all'interno dello stessa regione in area gialla o  dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa . La novità è che la deroga non è più prevista nelle regioni rosse. 

Gli spostamenti verso abitazioni private abitate restano invece consentiti, tra le 5.00 e le 22.00, in zona gialla all’interno della stessa Regione e in zona arancione all’interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Nelle zone arancioni, per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, sono consentiti gli spostamenti anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini. 

Il Cts e i colori

Quanto alla possibile riforma del Cts, il coordinatore Agostino Miozzo lasciando palazzo Chigi ha puntualizzato che dal governo è stata richiesta "una moderazione nelle esternazioni delle nostre comunicazioni, ma niente di più. Non ci sono state istruzioni di comportamento". 

Intanto sul tema delle regole anti-Covid tornano a farsi sentire anche i governatori. Ad auspicare un cambio di passo nell'azione dell'esecutivo è il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. "Il continuo entrare e uscire da zone colorate, senza che si riesca a piegare la curva in maniera strutturale, non aiuta". Bonaccini segnala che "ci sono attività economiche che non sanno cosa accadrà il giorno dopo, altre chiuse da troppi mesi. Occorre cambiare schema". 

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