
Il Friuli Venezia Giulia seconda peggior regione per positivi rispetto agli abitanti
La Fondazione Gimbe ha analizzato i dati forniti dal Ministero e dall'Istituto superiore di Sanità: solo il Veneto ha una percentuale peggiore della nostra
Gli ultimi dati a disposizione del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, rielaborati dalla Fondazione Gimbe, mostrano un Friuli Venezia Giulia ancora in difficoltà rispetto al numero di casi di Covid per abitante. La nostra, infatti, è la seconda regione (dopo il Veneto) con il maggior numero di casi. I dati sono leggermente in miglioramento rispetto alla scorsa settimana, con poco meno di 800 positivi ogni 100mila abitanti (mentre sette giorni fa erano quasi 900). Tra i dati che restano negativi ci sono ancora i ricoveri in ospedale.
Questo, invece, il grafico che traccia l'andamento dei casi attualmente positivi, ricoverati in terapia intensiva, ricoverati con sintomi, isolamento domiciliare.
In generale, il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe conferma nella settimana 16-22 dicembre una lieve flessione dei nuovi casi (106.794 vs 113.182), a fronte di una sostanziale stabilità dei casi testati (465.534 vs 462.645) e in linea con la riduzione del rapporto positivi/casi testati (22,9% vs 24,5%). Si riducono del 9,2% i casi attualmente positivi (605.955 vs 667.303) e, sul fronte degli ospedali, diminuiscono ricoveri con sintomi (24.948 vs 27.342) e terapie intensive (2.687 vs 3.003); in calo anche i decessi (3.985 vs 4.617).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 3.985 (-13,7%)
Terapia intensiva: -316 (-10,5%)
Ricoverati con sintomi: -2.394 (-8,8%)
Nuovi casi: 106.794 (-5,6%)
Casi attualmente positivi: -61.348 (-9,2%)
Casi testati +2.889 (+0,6%)
Tamponi totali: 28.289 (+2,6%)
«I dati di questa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della fondazione – confermano che la frenata del contagio è sempre meno evidente, come documentato dalla stabilizzazione dei rapporti positivi/casi testati e positivi/tamponi totali, dalla modesta riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (5,7% vs 6,4%) e dalla lieve flessione dei nuovi casi settimanali (-5,6%)».
Se le situazioni regionali sono piuttosto eterogenee, è evidente che in generale le misure di contenimento introdotte con il DPCM del 3 novembre 2020 stanno esaurendo i loro effetti. «L’incremento percentuale dei casi infatti – afferma Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – che la scorsa settimana era in flessione in tutto il Paese, questa settimana ha invertito la tendenza in 6 Regioni». Per quanto riguarda i ricoveri, continua la lenta discesa delle curve, ma l’occupazione da parte di pazienti Covid-19 supera ancora la soglia del 40% nei reparti di area medica in 9 Regioni e quella del 30% nei reparti di terapia intensiva in 8 Regioni. La curva dei decessi sale in maniera meno ripida, ma il numero è ancora molto elevato e sfiora i 4.000. «Al di là del potenziamento delle misure restrittive per il periodo di Natale – conclude Cartabellotta – due fattori influenzeranno nei prossimi mesi l’evoluzione della pandemia nel nostro Paese: l’avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante UK recentemente isolata».