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«Siamo in ritardo, basterebbe copiare il Veneto. Fedriga così ci porta verso la zona rossa»

Emergenza sanitaria Covid: Test rapidi in farmacie, dai medici e nelle scuole e applicazione per il tracciamento, telemedicina e ozonizzatori. Il sindaco di Palmanova Francesco Martines all'attacco sulle scelte della Regione Friuli Venezia Giulia

«Un’altra ordinanza di facciata, che non prende decisioni sostanziali, emanata solo per cercare di evitare il declassamento. Il sistema regionale di tracciamento e gestione dell’emergenza è saltato. Fedriga ci sta portando verso la zona rossa». Queste le prime parole del sindaco di Palmanova Francesco Martines dopo la presentazione della nuova ordinanza regionale presentata stamattina del Presidente della Regione Fvg.

L'attacco

«Siamo in ritardo su tutto. Sarebbe bastato seguire Zaia, puntare già dalla primavera sullo screening, sui tamponi rapidi e sul tracciamento. Bastava copiare dal governatore veneto e bar e ristoranti sarebbero ancora aperti e i cittadini in zona gialla. Nel vicino Veneto test rapidi sono da tempo disponibili nelle farmacie e dai medici di base. Qui nulla di tutto ciò», tuona il primo cittadino della città stellata.

Le critiche

«Avevano promesso di darli alle scuole ma pare che il servizio non partirà mai con un Dipartimento che ancora pensa come organizzarlo. Avevano annunciato l’arrivo di 40.000 test rapidi. Ad ora pare ne abbiamo solo 12.000. Per non parlare del caos negli ospedali e del continuo trasferimento di pazienti tra le strutture».

La app mai utilizzata

Martines si sofferma anche sulla scelta della Regione di approvare un progetto per una app di tracciamento del quale non si conoscono gli esiti. «Il Friuli Venezia Giulia non ha accolto l’app nazionale Immuni per optare per un software realizzato da Insiel. Era il 10 aprile di quest’anno quando Fedriga annunciava la partenza del progetto. Doveva essere fondamentale per tracciare rapidamente la filiera dei contatti avuti da soggetti positivi al covid. Non disponiamo di alcuna applicazione regionale ne è mai stato chiarito se sia stata almeno testata e con quali esiti. Con un investimento di 1,4 milioni di euro donati dai cittadini (sul totale di 1,7 milioni raccolti), sempre ad aprile l’assessore alla sanità Riccardo Riccardi rendeva pubblica la realizzazione di un progetto di telemedicina per il monitoraggio dei parametri corporei dei malati. Gli altri 300.000 euro ottenuti dalla donazioni dovevano essere utilizzati per fornire ad enti locali e forze dell’ordine degli ozonizzatori per la sanificazione degli ambienti, degli strumenti, delle attrezzature e dei mezzi di servizi. Da aprile non ci risulta alcuna novità»

E conclude Martines: «Queste sono le cose che mi fanno affermare di come il sistema sia in crisi. Tanti progetti annunciati e mai portati a termine rendono la nostra Regione una delle ultime in fatto di gestione dello screening, costringendo il Comitato Tecnico Scientifico governativo a relegarci nelle classi di rischio più elevato».

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