"Buttate al macero un milione di firme": bocciato il referendum sull'eutanasia
La reazione alla bocciatura del referendum sul fine vita della neonata associazione Cellula Coscioni Udine
Bocciato il referendum sull'eutanasia, che era al vaglio della Corte Costituzionale insieme agli altri quesiti referendari su giustizia e cannabis. La Corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio per discutere sull'ammissibilità dell'abrogazione parziale dell'articolo 579 del Codice penale, cioè l'omicidio del consenziente. La sentenza deve essere depositata, ma intanto la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito. Il motivo? A seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. Per il deposito della sentenza bisognerà attendere qualche giorno.
I quesiti sul fine vita hanno aperto i lavori, seguiti da quelli sul cannabis legale. Poi è stata la volta dei sei quesiti sulla giustizia, il cui dibattito è partito dalla richiesta di abrogazione dell'incandidabilità per i politici condannati, prevista dalla legge Severino. Dunque nelle prossime pra è su questi temi che si attenderanno le nuove decisioni sempre della Corte Costituzionale.
Referendum eutanasia bocciato: le reazioni a Udine
"Eravamo consapevoli che il percorso sarebbe stato in salita, ma speravamo perlomeno di riuscire a dare voce al popolo italiano": così inizia la nota della Cellula Coscioni Udine, firmata dalla coordinatrice Raffaella Barbieri e dal referente del comitato promotore Eutanasia Legale Andrea Castiglione. "Sono state buttate al macero più di un milione e duecentomila firme, firme raccolte con l'impegno di centinaia di attiviste e attivisti, firme di cittadine e cittadini consapevoli e fiduciosi di poter cambiare qualcosa, di poter cambiare un sistema che ignora e discrimina migliaia di malati e persone che vorrebbero semplicemente poter scegliere della propria vita e della propria morte in caso di malattie gravi e irreversibili".
"La sicurezza di poter accedere all'eutanasia permette al malato di vivere con maggiore serenità la sua condizione dandogli ad esempio la possibilità di attendere che si compiano tappe importanti nella vita familiare, nella certezza che nessuno ostacolerà la sua volontà di andarsene quando deciderà di farlo. Nel nostro paese decisioni come queste, lontane dalla realtà sociale non fanno altro che aumentare la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni".
"Sono passati vent’anni dal primo richiamo formale del Presidente della Repubblica a normare la materia, altri nove da quando abbiamo depositato una legge di iniziativa popolare sull’Eutanasia mai discussa, anni di indifferenza ed immobilismo. La Consulta ha però ritenuto insufficiente la volontà espressa da oltre un milione di persone di poter decidere della propria vita. Ha ritenuto inadatto lo strumento referendario a modificare la materia del fine vita. Stiamo ricevendo centinaia di messaggi di persone che sono rimaste deluse e amareggiate da questa bocciatura e che ci chiedono a gran voce di continuare il nostro lavoro".
Cellula Cosioni Udine
La neonata Cellula Coscioni di Udine si impegnerà con ancora più motivazione e tenacia a sostenere i malati e il loro diritti. Con la campagna referendaria abbiamo iniziato un cammino che non si ferma, nonostante le difficoltà non arretreremo di un millimetro e non lasceremo nulla di intentato. Mai come ora avremo bisogno di attivisti e sostenitori. Ricordiamoci infatti che con la disobbedienza civile siamo riusciti ad aprire le porte al suicidio assistito. In questi giorni è stato finalmente deciso il farmaco per Mario, tetraplegico che da anni chiede di poter porre fine alle sue sofferenze. Un precedente storico per un paese ancora così indietro sui diritti civili. Ora è necessario che il Parlamento legiferi senza ulteriori rinvii o proposte al ribasso