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Uniud: più studentesse e più brave, ma alla fine a dirigere sono solo maschi

La fotografia che emerge dal primo bilancio di genere dell'Università di Udine è impietosa: sono di più le iscritte donna e hanno voti più alti, ma sono in poche a fare carriera

Anche l'Università degli Studi di Udine si è dotata, per la prima volta, del Bilancio di genere. "Ferma è stata la volontà di non rinviare l’impegno preso con la comunità accademica a fine 2019 con l’approvazione del ‘Piano delle azioni positive per il triennio 2020-2022’", ha dichiarato il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, Roberto Pinton. "Punto cardine del Piano era la realizzazione del Bilancio di genere proposto dal CUG - Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni -, quale strumento capace di indurre, attraverso il monitoraggio e l’analisi di dati oggettivi, una introspezione propulsiva nella Comunità intera, che, una volta acquisita la consapevolezza della situazione, può maturare la volontà di operare per il superamento delle criticità che ancora evidentemente caratterizzano il nostro sistema", ha concluso Pinton.

Per capire i grafici: il colore viola rappresenta le donne, il grigio gli uomini.

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Cos'è

Il Bilancio di genere 2019 evidenzia l’impatto delle azioni intraprese dall’Università degli Studi di Udine nell’ambito della parità di genere. Nella sua prima edizione, pubblicata qualche mese fa, è stata svolta un’analisi sulla presenza delle donne e degli uomini tra le diverse componenti dell’Ateneo: studenti, personale docente, personale tecnico e amministrativo e Governance. A svolgere il prezioso lavoro sono state la Presidente del CUG Comitato Unico di Garanzia, Valeria Filì, prof.ssa Ordinaria di Diritto del lavoro e delegata del Rettore per le pari opportunità e Laura Pagani, prof.ssa Associata di Statistica e componente del CUG. "Abbiamo lavorato moltissimo per la realizzazione di questo strumento e - dichiara la professoressa Filì - per far sì che fosse di facile intuizione. Ad oggi è l'unico in Italia redatto in maniera da poter essere letto da chiunque". Ad oggi sono poco più di una ventina gli atenei che si sono dotati di questo strumento, anche se le indicazioni sono che tutte le università lo redigano al più presto. 

La situazione a Udine

Il Bilancio di Genere è uno strumento essenziale per realizzare l’eguaglianza di genere nelle Università e per integrare la prospettiva di genere in tutte le politiche dell’Ateneo. L’importanza di portare la questione di genere al centro dell’attenzione degli Atenei, è evidente se si considera che in Italia, le donne rappresentano solo il 20% dei professori ordinari e, tra i Rettori italiani, solo il 7% sono donne. Le forbici che descrivono le carriere di donne e uomini all’interno degli Atenei provano inoltre il cosiddetto fenomeno del “tubo che perde”: al progredire della carriera universitaria, il numero di donne diminuisce e l’Università perde le relative risorse. La diseguaglianza di genere causa dunque un problema di perdita di capacità e cattivo utilizzo di risorse pubbliche.

Il Bilancio si basa sui dati dell’anno 2019 ed è strutturato in cinque parti; nelle prime tre sono riportati i dati relativi alla comunità studentesca (parte prima), al personale docente e ricercatore (parte seconda), al personale tecnico e amministrativo (parte terza); la parte quarta analizza la composizione della governance dell’Ateneo; nella quinta viene fornita una visione di insieme.

Comunità studentesca

L'analisi della parte relativa alla comunità studentesca, fa emergere con grande evidenza che vi sono aree di studio in cui la ‘segregazione orizzontale’ è molto alta, cioè lo squilibrio di genere è fortissimo.

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Si notano anche una maggiore propensione delle studentesse alla mobilità internazionale e un livello di performance migliore rispetto ai colleghi maschi.

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Comunità di docenti e ricercatori

I dati sulla comunità di docenti e ricercatori fotografano un forte squilibrio di genere nella distribuzione dei ruoli universitari: le donne sono un quarto del totale dei professori ordinari, poco più di un terzo del totale dei professori associati e tra un terzo
e un quarto del totale della variegata categoria dei ricercatori, seppur analizzando i dati degli ultimi sette anni si noti un leggero aumento della presenza femminile. L’analisi incrociata per genere ed età tratteggia, impietosamente, una composizione della
comunità di personale docente e ricercatore di età piuttosto elevata e declinata prevalentemente al maschile. Nelle aree STEM (dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics) la presenza delle professoresse ordinarie, associate e ricercatrici è percentualmente più bassa della media delle università italiane e, salvo rarissime eccezioni, il numero di donne nei diversi ruoli universitari è sempre inferiore al numero di uomini.

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La forbice delle carriere, inoltre, evidenzia una decisa segregazione verticale, nel senso che nell’accademia le donne fanno meno carriera degli uomini, toccando livelli bassissimi nelle aree STEM.

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Personale tecnico amministrativo

Con riferimento al personale tecnico e amministrativo colpisce subito la segregazione orizzontale, con una cospicua prevalenza di donne nell’area ‘amministrazione e biblioteche’ e una netta maggioranza di uomini nei ‘servizi generali e tecnici’ e nell’area
‘tecnico-scientifica e di elaborazione dati’. Anche i ruoli dirigenziali vedono una netta prevalenza maschile.

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La distribuzione del personale per titolo di studio mette in luce che la componente femminile possiede un livello di istruzione superiore a quella maschile e la verifica sul regime di impiego dimostra che sono in maggioranza le donne ad optare per il part time.

Governance

I dati sulla governance dell’Ateneo rivelano una schiacciante prevalenza maschile ai vertici delle strutture: Rettore, Delegati, Direttori dei Dipartimenti, Consiglio di Amministrazione, Senato Accademico, Coordinatori dei Dottorati di ricerca,Direttori delle Scuole di specializzazione e della Scuola Superiore, Coordinatori dei Corsi di laurea, componenti del Nucleo di Valutazione; fuori dal coro restano solo il Consiglio degli studenti e il CUG. Conclusivamente, pur essendovi più donne nella componente studentesca la loro presenza diminuisce nel dottorato di ricerca, nei ruoli di docente e ricercatore e, in generale, nei ruoli apicali.

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