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"Giù le mani dalla memoria dei deportati": l'Aned di Udine contro i no pass scesi in piazza

In questi giorni ha fatto molto discutere il paragone dei manifestanti contro l'obbligo del green pass con le leggi razziali

In centinaia, anzi migliaia. Negli ultimi giorni sono scesi in piazza in molti per protestare contro l'introduzione dell'obbligo del Green pass per accedere a determinate attività ed eventi. Non a tutti, però, queste manifestazioni sono piaciute: alle forze dell'ordine, per la mancanza di mascherine e il non rispetto delle normative anti-covid, ma anche a larga parte dell'opinione pubblica, per le argomentazione del popolo "no pass", come è stato rinominato in distinzione di "no vax". Tra questi, anche gli associati all'Aned, associazione nazionale ex deportati, che ha espresso il proprio dissenso rispetto alle argomentazioni e alle analogie messe in piazza dai manifestanti.

"Nelle manifestazioni di piazza e nelle polemiche politiche attorno al cosiddetto Green Pass, sempre più spesso assistiamo al ricorso ad azzardate analogie con il passato: l'obbligo di esibire il Green Oass come l'obbligo imposto dai nazisti in molti paesi agli ebrei di portare la stella gialla sugli abiti, la presunta "dittatura sanitaria" come il nazismo; la quarantena per il Covid-19 come i campi di concentramento di Hitler". Così si legge in una nota che sta circolando in queste ore, diramata dall'Aned nazionale e condivisa anche dalla sezione udinese.

"L'Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti richiama tutti, e in particolare i media, al raziocinio e alla serietà: confondere realtà tanto diverse è offesa alla memoria di milioni di uomini, donne e bambini che a causa delle scelte criminali del fascismo e del nazismo furono umiliati, torturati, deportati e barbaramente uccisi perché non considerati degni di vivere in nome di una ideologia politicamente razzista, omofoba, violenta e totalitaria". 

L'appello

"Lasciate fuori dalla propaganda di questi giorni quei morti, la cui dolorosa memoria tanto pesa ancora nella vita di tante famiglie. E abbiate rispetto di quegli uomini e quelle donne che ancora portano sulla propria pelle e nel proprio animo i segni di quelle inenarrabili violenze", si chiude l'appello dell'Aned. 

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