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Il basket femminile a Udine e la voglia di «fare rete»: parla Leo De Biase

L'intervista al presidente della Delser Libertas Basket School

La pallacanestro femminile a Udine ha una storia lunga e gloriosa. Anche un po’ dimenticata, purtroppo. C’è qualche altro sport cittadino che può vantare ben tre titoli nazionali? Tra la fine degli anni '50 e l’inizio dei '60 il basket udinese in gonnella vinceva scudetti in serie e le sue giocatrici erano l’asse portante della nazionale italiana. Poi la rapida  — e per molti versi misteriosa — eclisse dai campionati che contano, ma in realtà quell’antica passione non è mai tramontata. Dal 2013 è la Libertas Basket  School a portare avanti quel testimone. La prima squadra gioca in A2, con buoni risultati, e dietro sta crescendo un florido settore giovanile. Leonardo de Biase, operatore commerciale di 59 anni innamoratosi della pallacanestro per “colpa” dei figli (il maschio è arbitro nazionale e la figlia, ex giocatrice, collabora in società) è il presidente e l’uomo su cui poggia tutta l’organizzazione societaria. A  lui chiediamo di raccontarci vicende e progetti della Delser Libertas Basket School.

De Biase, come rinasce qualche anno fa il basket femminile di vertice a Udine ?
“Tutto parte cinque anni fa dalla volontà di quattro amici: Claudio Ballico, dirigente della Polisportiva Udinese, Chicco Vignando, allenatore con un passato da giocatore, John Conti, appassionato sportivo e il sottoscritto. È stata una autentica sfida quella di rilanciare il basket femminile a Udine  sulle ceneri di una società finita male, lo Sporting Club, in un ambiente non dico ostile ma certamente poco sensibile a questo sport. All’inizio ci siamo occupati solo dell’attività giovanile poi ci siamo fatti carico anche della prima squadra con impegni non indifferenti. La denominazione della nuova società non è stata casuale ma rappresenta la nostra mission, quella di essere innanzitutto una scuola di basket “.

Ci parli degli obiettivi sportivi e del campionato di A2
“Ribadisco che la nostra priorità è quella del settore giovanile,  diversamente da altri noi ci investiamo importanti risorse. La prima squadra deve essere lo sbocco naturale delle nostre migliori giovani, questo  in estrema sintesi è il nostro progetto. Per la A2 l’obiettivo di quest’anno è entrare nei playoff, con le squadre giovanili puntiamo a primeggiare in regione e poi magari toglierci qualche soddisfazione anche a livello interregionale e nazionale, come l’under 14 arrivata quarta alle ultime finali nazionali a Cagliari”.  

Vista l’importanza dell’attività giovanile, quali sono i rapporti con il territorio?
“Ottimi anche se non spetterebbe a me dirlo. Noi non vogliamo portare via i migliori prospetti alle società locali, ma creare una rete di collaborazioni facendo crescere sul territorio squadre competitive con il contributo di tutti. Ad esempio attualmente gioca a S.Daniele una squadra under 14 frutto della collaborazione tra noi, S. Daniele, Gemona e Tolmezzo. Sono stati avviati progetti simili con altre realtà come Pozzuolo, Povoletto, Remanzacco e Codroipo”.     

Da dove provengono le risorse per la gestione di una attività così importante ?
“Per noi è fondamentale il rapporto con la Delser del gruppo Quality Food e Crich nella persona del suo A.D. Bruno Rossetto che ci ha già confermato la sponsorizzazione anche per il prossimo anno. Senza di lui non potremmo portare avanti una realtà sportiva con più di 160 atlete, dalla serie A fino al minibasket . Con altri sponsor minori ma ugualmente preziosi stiamo consolidando il rapporto. La nostra idea  per il futuro è quella di coinvolgere in modo particolare l’imprenditoria femminile, crediamo ci possano essere forti motivazioni  a sostenere un movimento sportivo  al femminile. Devo dire che, oltre alle atlete, anche in società collaborano molte donne  come allenatrici, addetta stampa, fisioterapista, fotografa e altro ancora. E’ molto probabile che anche in Consiglio Direttivo possano presto entrare figure femminili con un profilo adeguato. Ritengo che  dobbiamo trovare un nostro percorso originale nella ricerca delle risorse, considerato che calcio e basket maschile sono competitor spietati nella corsa agli sponsor”.

Quali sono i progetti tecnici e societari per il prossimo futuro ?
“Sicuramente vogliamo implementare il discorso tecnico che stiamo già portando avanti, soprattutto con il contributo di allenatori qualificati, o meglio, di insegnanti di pallacanestro come sono  Iurlano, Vignando, de Biase Sara e Mazzoli, senza dimenticare Salineri, deus ex machina del minibasket. Il nostro obiettivo rimane la crescita delle giocatrici più che il risultato immediato, anche perché quella crescita ci porterà comunque nel tempo i risultati. Per ciò che riguarda la società, questo è un club che deve crescere nella sua struttura. Il primo passaggio sarà quello di allargare il Consiglio direttivo, il presidente deve delegare diverse prerogative e c’è bisogno di nuove figure di riferimento, stiamo pensando anche ad un general manager.  I nuovi consiglieri ci potranno anche aiutare a creare relazioni al fine di ampliare la base economica e poter sviluppare i programmi tra cui c’è certamente quello di avviare una significativa presenza in ambito social. Da gennaio infine partirà probabilmente anche il giornalino della Libertas Basket School. Ecco, solo quando avremo strutturato adeguatamente la società potremo eventualmente pensare ad una promozione nella massima serie, ma sempre con i piedi ben piantati per terra…”. 
Allora, buon lavoro !
 

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