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Fadini: «La Gsa può inserirsi nella lotta promozione»

L'es dirigente, ora talent scout dei Detroit Pistons, dà la sua chiave di lettura del basket italiano, con un occhio doveroso alla squadra della sua città d'origine

Friulano genuino, 61 anni, Andrea Fadini vive da tempo a Verona ed è uno degli operatori più esperti della pallacanestro italiana e continentale. Già dirigente di varie squadre tra cui Udine, Siena, Verona e Napoli, dopo un’esperienza a Kazan in Russia, da qualche anno presta la propria collaborazione ai Detroit Pistons come consulente per il mercato europeo. È spesso impegnato in viaggi di lavoro per operazioni di scouting e per seguire i tornei di mezzo mondo. Lo abbiamo intercettato con la valigia in mano diretto all’aeroporto e gli abbiamo chiesto un parere sulla situazione del basket nazionale e sul campionato di A2, quello che ci interessa più da vicino.

Com’è oggi la pallacanestro italiana ?

«Purtroppo è  ferma da 15-20 anni, non si va avanti non si va indietro, sia per quel che riguarda le istituzioni che per le strutture. Anche per il pubblico non c’è stato un ricambio importante. Il livello tecnico rimane discreto, ma ormai molti paesi europei ci hanno superato per organizzazione, marketing e impianti. Non a caso nelle coppe europee facciamo grande fatica e non primeggiamo più.»

Ci dai una tua valutazione del campionato di A2  ?

«Devo riconoscere che la A2 negli ultimi anni si è molto valorizzata per tutta una serie di motivi. Il primo è il grande equilibrio, che crea interesse, poi la forte presenza di giocatori italiani, spesso provenienti dai tornei minori. Di fatto è il vero campionato “italiano”, considerato che in A1 la presenza degli stranieri è preponderante. Abitando a Verona seguo di più il girone Est che, per motivi misteriosi, sembra ormai da anni molto più attrezzato tecnicamente rispetto al girone Ovest.»

 Hai visto giocatori italiani o stranieri in A2 che ti hanno particolarmente colpito ?

«Ci sono certamente diversi buoni giocatori italiani, ma a me interessano in modo particolare i nuovi giocatori, quelli che si affacciano per la prima volta alla serie A. Gli stranieri sono adeguati alla categoria, ma non vedo giocatori pronti per campionati importanti. Vorrei invece sottolineare con piacere che molti giovani allenatori si stanno imponendo, penso a Correa di Biella, Ferrari di Legnano, Martino di Ravenna, Ceccarelli di Montegranaro e Cagnazzo di Jesi.»

Vorremmo sentire le tue considerazioni sulla Apu Gsa.  

«Ho seguito qualche partita della Gsa in tv, tra cui il derby, e ho visto la mano di Lardo che si è confermato allenatore concreto e abile. Tra l’altro ho notato anche miglioramenti nei giocatori. Nel derby mi ha colpito in particolare la struttura di squadra. Secondo me nel caso di cedimento delle favorite, cioè Trieste, Fortitudo e anche Treviso, Udine può benissimo  inserirsi nella lotta per la promozione. Dipenderà dallo stato di forma con cui arriverà ai play-off e dalla gestione degli equilibri di squadra, di solito piuttosto alterni nelle squadre con una panchina molto lunga.»

Infine un pronostico sia per il campionato di A2 che per quello di A1

«Per restare alla A2 devo rilevare che le squadre favorite che abbiamo prima citato si stanno rivelando comunque meno forti delle previsioni. Treviso è attardata in classifica e le prossime settimane saranno decisive, Trieste ha alcuni giocatori a mio parere sopravvalutati e per vincere ha bisogno di correre, la Fortitudo soffre di problemi di tranquillità interna. Ciò detto preferisco non sbilanciarmi in pronostici. In serie A1 è incredibile quello che Milano riesce a non combinare. Con un budget quadruplo rispetto alle concorrenti dovrebbe vincere con una mano sola. Ha cambiato giocatori e allenatori ma a mio avviso il problema vero va cercato nella società. Vedremo cosa succederà, da parte mia simpatizzo per Avellino perché considero Sacripanti un grande allenatore».
 

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