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Venerdì, 29 Marzo 2024
Sport Rizzi / Piazzale Repubblica Argentina

Catania-Udinese, si avvicina l'appuntamento cruciale della stagione

Si contano i giorni che separano la formazione friulana dall'appuntamento in Sicilia, decisivo per raggiungere l'insperato terzo posto che qualificherebbe al turno preliminare di Champions League

L'Udinese verso Catania, con la mente concentrata sull'appuntamento siciliano. Le emozioni sono difficilmente governabili, vista l'importanza della posta in palio. Tocca a mister Guidolin spegnere i bollenti spiriti e tenere concentrati i giocatori. L'incertezza sull'esito finale, le dichiarazioni (vere o presunte tali) di un abbandono di Totò. Sono molte le anime di questa lunga vigilia, iniziata ieri con le parole del tecnico bianconero, riprese da udinese.it

Mister, quali sono le tappe giornaliere di questa settimana particolare?
“La nostra sarà una settimana di lavoro. Dobbiamo rimanere il più possibile tranquilli, prepararci bene. Ovviamente tutto il gruppo sa quanto sia importante la partita di Catania ed è giusto che la tensione agonistica cresca piano piano e con il dosaggio giusto”.

Di Natale al termine del match con il Genoa ha detto di voler smettere a fine anno. Immagina un'Udinese senza il suo capitano?
“Io mi concentro sull'oggi. Penso che Totò abbia fatto una battuta, l'Udinese andrà avanti con lui finché avrà la forza e la capacità di essere protagonista. Purtroppo la carriera di un calciatore non dura per sempre. Penso che da capitano sia il primo a essere stimolato e motivato. Noi dobbiamo vivere l'oggi e vi assicuro che vale la pena di essere vissuto per intero”.

Se lo aspettava di arrivare alla volata finale da favorito?
“Siamo in volata con altre squadre, non siamo favoriti. Ce la giochiamo con squadre importanti che rappresentano le metropoli del calcio italiano, ma noi siamo lì a giocarci la volata. Non so chi la vincerà, noi faremo tutto il possibile per raggiungere il successo, ma lo vogliono anche gli altri e in una volata possono succedere tante cose”.

Adesso è importante mantenere la calma?
“Dobbiamo stare molto calmi perché niente è fatto e tutto è ancora da conquistare. Noi dobbiamo solo pensare a preparare bene la partita ed essere pronti di testa, gambe e cuore. Dobbiamo stare calmi. Stin calmuts che la strada è ancora lunga”.

È soddisfatto dalle prove di Pasquale e di tutto lo zoccolo duro della squadra?
“Sì, Pasquale sta facendo bene. Non mi soffermo sui nomi perché lo zoccolo duro è una componente molto importante nello spogliatoio. Sono i ragazzi che aiutano di più i giovani, che hanno più esperienza. Si parla troppo poco di loro, ma sono fondamentali. Il gruppo è popolato di tanta umanità, c'è un nucleo importante che guida e che secondo me è molto importante all'interno del nostro spogliatoio”.

È difficile stare davanti a squadre molto più ricche?
“Non ci deve mettere pressione, ci deve dare maggiori motivazioni. Poter arrivare dove solitamente si arriva con investimenti importanti deve essere motivo di stimolo e motivazione”.

La preparazione al match di domenica le ricorda quella dello scorso anno con il Milan?
“Indiscutibilmente ci sono similitudini perché la storia è simile. Manca una partita, un punto solo, ma sarà molto più difficile domenica e questo dobbiamo mettercelo ben chiaro nella testa. Il Milan aveva già vinto il campionato, io credo che la storia si ripeta fino a un certo punto e poi va scritta in modo sempre nuovo. Dobbiamo prepararci per una partita difficile contro una squadra che ha fatto un ottimo campionato, giocando un calcio brillante, con giocatori validi guidati da un allenatore molto interessante e intelligente. Dobbiamo essere pronti”.

Lo zoccolo duro della squadra è stata utile per la crescita di giovani come Fabbrini e Pereyra?
“Fabbrini, in questo periodo, lo scorso anno non giocava neanche in Serie B, Pereyra viene da un altro mondo. Se fanno così bene è perché lo zoccolo duro li mette in condizione di esprimersi al meglio”.

Dopo il quarto posto della passata stagione adesso si gioca per il terzo. Il vostro segreto è il lavoro?
“In questa società si lavora, è uno dei valori attraverso i quali si pensa di ottenere i risultati. Siamo un club che fa parlare positivamente di sé in tutto il mondo. Se noi siamo lassù è l'esempio che attraverso il lavoro e progetti si può arrivare in alto. Così in alto nessuno lo immaginava, io assolutamente no. Questo ci deve spingere nel tentativo di salire l'ultimo gradino che ci manca”.

Pinzi ha detto: "arrivati a Roma vogliamo vedere il Papa".
“È un modo di dire. Lo spirito deve essere quello di una squadra che vuole andare a prendersi il paradiso. Ci vuole il giusto mix fra tensione e serenità, è quello che ti fa rendere al meglio nelle prove della vita, da un esame universitario a una corsa. La vita è sempre fatta di esami”.

Teme di giocare in trasferta la partita decisiva?
“Abbiamo la possibilità di fare bene in trasferta, abbiamo sprecato qualcosa durante la stagione. Io sono convinto che la squadra possa riuscire a fare bene anche fuori casa”.

Scendere in campo per ottenere un pareggio potrebbe essere rischioso?
“Abbiamo fatto cose buone facendo partite a ritmo alto. La nostra strada è tracciata nel nostro modo di giocare, ma non sempre ci riesce. Le prestazioni più gagliarde sono arrivate cercando di aggredire la partita. A volte ci siamo riusciti, a volte no, dipende anche dall'avversario. Indubbiamente non dobbiamo andare in campo con il freno a mano tirato”.

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