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Chiara Cainero: niente bis per l'atleta udinese che arriva quinta

Buona gara della friulana, che è costretta ad arrendersi in finale alle grandi prestazioni delle avversarie. Record del mondo e record olimpico per la vincitrice, la statunitense Kimberly Rhode

Al Royal Artillery Barracks è il girono di Kimberly Rhode, californiana di trentatre anni già bicampionessa olimpica di Double Trap ( Atlanta 1996 e Atene 2004), che sale sul gradino più alto della gara di Skeet femminile con il super  punteggio di 99/100. Inarrivabile per chiunque l’americana, ha fatto segnare il nuovo record olimpico in qualificazione con 74 su 75 ed ha eguagliato quello del mondo in finale con 99/100. Alle sue spalle la cinese Ning Wei, ventinovenne di Shangodng, si merita l’argento con 91 e otto piattelli di ritardo rispetto alla neo campionessa olimpica. Per il bronzo si è dovuti ricorrere allo shoot-off tra la slovacca Danka Bartekova e la russa Marina Belikova, vera sorpresa di questa finale olimpica, entrambe appaiate a quota 90. Ma la poca esperienza in gare di alto livello è costata cara alla ventiseienne di Rostov on Don che, con un errore al ptimo doppietto, ha regalato il terzo gradino del podio alla collega slovacca.

La nostra Chiara Cainero, entra in finale con uno spareggio, nel round decisivo non ha saputo approfittare delle defaillance delle avversarie e con il totale di 89/100 riesce a guadagnare un posizione, chiudendo al quinto posto. “E’ stata una gara molto difficile per me. La visibilità non ha giocato un buon ruolo. Non è una giustificazione, era così per tutte, però nel mio caso è stato un fattore determinante”. Un lacrima offusca il bagliore nello sguardo della friulana di Cavalicco di Tavagnacco, agente del Corpo Forestale dello Stato.

Quegli occhi scintillanti, che dal podio di Pechino ci avevano fatto volare alti con la medaglia d’oro, si riaccendo però immediatamente quando ci racconta della gara “Dopo il 22 ed il 21 delle prime serie dovevo giocarmi il tutto per tutto. Volevo il 25  e, sotto una pioggerellina fastidiosa, è arrivato il 24. Non credevo di avere più chance per entrare in finale ed invece, all’ultimo momento, mi hanno chiamata per lo shoot-off. Ci ho messo tutta la grinta che avevo e ho conquistato la finale che era il mio obiettivo principale. Purtroppo serviva il 25 per sperare di poter duellare per il podio, mentre io mi sono fermata a 22. E’ stata la mia seconda finale olimpica e, l’esserne uscita senza medaglia, mi fa apprezzare ancora di più quella del 2008. E’ una esperienza devastante, sia fisicamente che psicologicamente. Ma deve essere così, altrimenti non sarebbero i Giochi Olimpici”. Una grinta ed una tempra davvero uniche per questa trentaquattrenne che, rivolgendo uno sguardo al futuro, è già pronta per impegnarsi nel percorso che fra quattro anni porterà i Giochi Olimpici a Rio de Janeiro.

Sostegno alla tiratrice azzurra da parte del CT Francesco Fazi, che spiega “Dopo la partenza incerta di stamattina, Chiara ha fatto una bella rimonta ed è riuscita ad entrare in finale. Ha un bel carattere. Forse ci voleva il tempo più brutto – sdrammatizza Fazi – E’ quello che Chiara predilige e lo ha dimostrato nella terza serie in cui, con la pioggia, ha fatto 24/25. Non è certo l’oro di Pechino ma è comunque un’altra finale centrata ed un quinto posto olimpico che non sono certo da buttar via”.

 

 

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