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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, Fedriga:"Stop al contributo forzato o non sosterremo il Decreto maggio"

L'appello è stato lanciato dal governatore:"L'esecutivo nazionale deve comprendere che stiamo vivendo un momento di grave emergenza"

"Se il Governo non accetterà la nostra richiesta di sospendere il contributo straordinario del Friuli Venezia Giulia al risanamento della finanza pubblica, con un documento chiederemo ai sindaci e a tutti i rappresentanti delle forze politiche di non firmare il Decreto maggio". Questo l'appello lanciato dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nel Palazzo della Regione di Trieste alla presenza del vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, del prefetto Valerio Valenti e del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.

Momento di crisi

Alla base della dichiarazione del governatore, una semplice motivazione: "L'esecutivo nazionale deve comprendere che stiamo vivendo un momento di grave emergenza. Versando gli importi previsti per il 2020 e per il 2021, non saremo in grado di garantire i servizi essenziali previsti dalla Costituzione e nemmeno - ha sottolineato Fedriga - di pagare gli operatori sanitari che sono sul fronte contro il Covid".

Confronto con forze politiche

"Dal 2011 abbiamo sempre rispettato i patti stabiliti con il Governo. In questa crisi si è cercato di dialogare in modo costruttivo – continua Fedriga, ma – ora è venuto il momento di difendere in modo compatto i nostri diritti e per questo chiederemo a tutte le forze politiche di aver un comportamento conseguente e di difendere la nostra terra e la nostra autonomia".

Gestione della crisi

Per quanto riguarda la gestione dell'epidemia, "le istituzioni si sono mosse, con grande senso di responsabilità, come se fossero un unico ente. La strategia di chiudere subito, messa in campo dal Friuli Venezia Giulia, è risultata essere la migliore a livello nazionale come certificano i dati. Adesso dobbiamo riaprire le nostre attività economiche nel pieno rispetto dei protocolli sanitari. Dobbiamo tenere insieme lavoro e sicurezza", continua il governatore, che dichiara anche come "I risultati che abbiamo ottenuto finora sono frutto anche della grande condivisione dimostrata dai cittadini del Friuli Venezia Giulia che hanno compreso la compressione delle libertà nella prima fase della lotta al Coronavirus ma che ora chiedono di ripartire nel pieno rispetto delle regole. Dobbiamo assolutamente superare la stagione dei divieti per non aggravare una tensione sociale sempre più evidente e che rischia di compromettere l'intero sistema".

Aperture anticipate

Sulla base di queste ragioni, il governatore chiede quindi al Governo "di aprire le attività commerciali già il prossimo 11 maggio e tutte le altre il 18 maggio". Questo, "per consentire la ripresa dell'economia del Friuli Venezia Giulia nella massima sicurezza. Ci stiamo inoltre organizzando per aumentare notevolmente la capacità di realizzare i tamponi con l'obiettivo di eseguire fino a 7 mila test al giorno".

Appello ai cittadini

Oltre che a rivolgersi al Governo, Fedriga e Riccardi si sono rivolti anche ai cittadini, inviando un accorato appello al fine di rispettare le misure anti Covid anche durante la fase di riapertura. "Non bisogna abbassare la guardia - ha specificato Riccardi -. In questo momento la mia più grande preoccupazione è legata all'attenzione che noi tutti dobbiamo prestare per contrastare la diffusione del virus. Vanno rispettate tutte le misure precauzionali e le persone più giovani non devono assolutamente trascurare due linee di febbre o i colpi di tosse".

Dati sul virus

Sempre durante la conferenza stampa, inoltre, sono stati presentati anche i dati legati alla diffusione del coronavirus in Friuli Venezia Giulia aggiornati al 5 maggio. I tamponi effettuati complessivamente sono stati 82.548, 9.451 dei quali sono stati fatti nelle case di riposo. Per quanto riguarda la percentuale delle persone completamente guarite rispetto al numero totale dei casi, invece, il valore si attesta al 57,2 per cento.

Case di riposo

Non si abbassa la guardia neanche per quanto riguarda le case di riposo, dove continua il monitoraggio. Nelle strutture per anziani, infatti, si contano 676 persone contagiate mentre 167 sono quelle già guarite. Le persone decedute sono complessivamente 309, 150 delle quali si trovavano nelle case di riposo. Mediamente avevano 87 anni di media e presentavano diverse patologie pregresse.

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